Manovra, Bankitalia: “Opportuno evitare modifiche tassazione per le banche”

Manovra, Bankitalia: “Opportuno evitare modifiche tassazione per le banche”

Per l’Istituto di via Nazionale “il sistema bancario italiano è solido, la rottamazione è inefficace”.

“Sarebbe opportuno evitare il ripetersi frequente di inattese modifiche della tassazione“. La pensa così Bankitalia che si espressa sulle banche, definendole solide, nel corso dell’audizione parlamentare dedicata alla Manovra.

Sistema bancario tra i più redditizi d’Europa

“Le ripercussioni degli interventi sulla posizione patrimoniale del complesso degli intermediari appaiono contenute – avverte Fabrizio Balassone, vicecapo dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia – il sistema bancario italiano è nell’insieme solido, ben patrimonializzato e oggi tra i più redditizi d’Europa. I rischi di credito restano limitati, grazie anche alle buone condizioni finanziarie delle imprese. In generale, sarebbe opportuno evitare il ripetersi frequente di inattese modifiche della tassazione“.

“Complessivamente non vediamo un impatto grave e significativo sulla situazione patrimoniale delle banche – osserva Balassone – vediamo un accumulo di queste Dta nel tempo in due esercizi concentrati e segnaliamo anche il fatto che si possono trasformare in crediti di compensare anche orizzontalmente e quindi c’è un rischio di minore prelievo in quegli anni”.

Rottamazione inefficace

“L’evasione fiscale danneggia la crescita e produce iniquità, sfavorendo le imprese e i cittadini onesti. La Manovra apre a una nuova ‘rottamazione’: uno strumento che in passato non ha accresciuto l’efficacia nel recupero di gettito – rileva Balassone – allo stesso tempo include misure che si pongono in continuità con quelle che hanno consentito, anche attraverso il crescente utilizzo di tecnologie avanzate, la riduzione dell’evasione negli anni scorsi”.

Bankitalia ricorda come nella gestione dei crediti fiscali dell’amministrazione pubblica, le ‘rottamazioni’ hanno assunto un carattere ricorrente: dal 2016 si contano cinque edizioni, sempre relative a carichi iscritti a partire dal 2000 e caratterizzate da un accidentato percorso normativo con frequenti riaperture dei termini, estensioni successive, riammissione di adesioni già decadute per mancati versamenti, modifiche di condizioni di adesione e dilazione. Per quanto riguarda il recupero, secondo i dati forniti dall’Agenzia delle entrate al marzo di quest’anno i pagamenti effettuati sono nell’ordine della metà di quanto sarebbe stato dovuto per le varie edizioni delle definizioni agevolate. “Problemi di riscossione analoghi potrebbero manifestarsi anche con la procedura prevista dalla nuova definizione agevolata”, per Bankitalia.

Ampia perdita del potere d’acquisto

“La perdita dl potere d’acquisto è ampia e il drenaggio fiscale ne è un parte – dice ancora Balassone – c’è stata una perdita del potere d’acquisto del 10% dal 2019 al 2023 recuperato per soli 3 punti successivamente”. Bankitalia mette in evidenza che, al di là di questa Manovra di bilancio, si può stimare come gli interventi disposti nel periodo 2022-25 abbiano più che compensato, nel complesso, l’impatto negativo esercitato sui redditi delle famiglie dal drenaggio fiscale e dall’erosione dei trasferimenti. La differenza tra l’effetto delle misure di sostegno (rivolte principalmente ai redditi medio-bassi) e quelli del drenaggio fiscale e dell’erosione dei trasferimenti (che hanno inciso in modo più uniforme) è maggiore per i primi quattro quinti della distribuzione del reddito.

“Per le imprese con capienza fiscale, a parità di valore dell’investimento, la nuova misura dovrebbe garantire nella maggior parte dei casi risparmi superiori rispetto a quelli ottenibili con gli schemi di incentivo in scadenza – spiega Balassone – tuttavia i benefici sarebbero più incerti per le imprese in perdita o con utili non sufficientemente ampi, come quelle giovani o in forte crescita. In generale, l’efficacia delle misure di incentivo risente dell’incertezza che deriva dalla frequenza delle modifiche al quadro normativo”. La Manovra – conclude Bankitalia – prevede misure di incentivo agli investimenti delle imprese per 2,3 miliardi all’anno in media nel triennio. Si tratta in gran parte di interventi che sostituiscono o prorogano misure analoghe in scadenza, con l’iper-ammortamento per gli investimenti in beni materiali e immateriali che finora hanno beneficiato di crediti di imposta ai sensi delle misure Transizione 4.0 e 5.0, in scadenza a fine anno.

Per l’Istat il taglio dell’Irpef tocca 14 milioni persone

A questo bisogna aggiungere anche la misura fiscale relativa al taglio dell’Irpef. Nello specifico si tratta della riduzione di due punti percentuali dell’aliquota per lo scaglione di reddito tra 28mila e 50mila euro (dal 35% al 33%), e l’introduzione per i redditi sopra i 200mila euro di una riduzione di 440 euro nella detrazione per le spese per oneri ad aliquota al 19% (escluse le spese sanitarie), le erogazioni liberali a favore di partiti politici e i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi. Un intervento, quello relativo al taglio dell’Irpefosserva l’Istat, anch’essa in audizione parlamentare sulla Manovra – che nel complesso “coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio annuo pari in media a circa 230 euro“.

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