Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha chiarito il suo ruolo in un’intervista a Tuttosoldi, evento organizzato dalla Stampa in collaborazione con il Collegio Carlo Alberto. “Non partecipo alla campagna elettorale né alle polemiche politiche sulla manovra finanziaria”, ha dichiarato, rispondendo alle affermazioni del vicepremier Salvini. “Siamo in una situazione di mercato”, ha sottolineato Patuelli: “Le banche si muovono spesso anche di fronte a emergenze, per esempio quelle climatiche, terremoti, alluvioni, che purtroppo sono continue in Italia e in tutti questi casi pongono in essere iniziative di carattere sociale” e “gravando esclusivamente sui propri conti economici”. “E poi abbiamo un domani che non dà certezze”, ha osservato.
Tassazione bancaria: oltre il 50% sui redditi lordi
Patuelli ha sottolineato che i numeri sulla tassazione delle banche spesso vengono fraintesi. “Non bisogna confondere i ricavi lordi con gli utili netti. Le banche pagano già l’Ires al 24%, l’Irap con un’addizionale dello 0,75% e ulteriori tasse sui dividendi che portano la tassazione complessiva sui redditi lordi oltre il 50%”.
La manovra non è conclusa
Il presidente dell’Abi ha ricordato che la manovra non è ancora legge: “Ci troviamo di fronte a un disegno di legge, non a un decreto. La proposta è stata presentata al Parlamento e la sessione di bilancio durerà fino a dicembre. Solo allora sarà possibile discutere e approvare le norme finali”.
Nessun rischio di trasferimento delle tasse ai clienti
Interrogato sulla possibilità che le banche scarichino le tasse sui clienti, Patuelli ha risposto con sicurezza: “Non credo. Esiste un forte controllo e una concorrenza significativa tra istituti, che impedisce simili comportamenti”.
Lo spread e i tassi: la verità secondo Patuelli
Infine, Patuelli ha parlato di spread e tassi di interesse: “Lo spread non è un regalo alle banche, che lavorano sui tassi in valore assoluto. La riduzione dello spread italiano è legata alla gestione della spesa pubblica post-pandemia e al deterioramento dei conti tedeschi”. Ha aggiunto che i Btp italiani rendono oggi il 3,41%, mentre i Bund tedeschi il 2,62%, e che altri Paesi europei, come Francia, Spagna e Grecia, hanno tassi inferiori a quelli italiani, confermando la complessità del mercato finanziario europeo.

