Manovra 2026, attesa venerdì in Cdm ma si tratta ancora. Tajani: “No tasse su extraprofitti delle banche”

Manovra 2026, attesa venerdì in Cdm ma si tratta ancora. Tajani: “No tasse su extraprofitti delle banche”
(Foto Roberto Monaldo/LaPresse)

Accolte, anche se ridimensionate, le proposte delle forze della coalizione. C’è tempo fino al 20 ottobre per l’invio del testo alle Camere

Dopo i numeri, venerdì il testo. I numeri sono quelli del Dpb da inviare a Bruxelles. La manovra 2026 è invece attesa il 17 ottobre sul tavolo del governo: il ministro Giancarlo Giorgetti ha anche corretto la sua agenda, prevedendo di rientrare con qualche ora di anticipo dagli Stati Uniti, dove partecipa al meeting di Banca Mondiale e Fmi, ma resta il nodo delle coperture.

Sono andati avanti ancora tutto il giorno i contatti con banche e assicurazioni, dal cui “contributo” derivano parte delle risorse attese dal governo. E’ per questo che si fa strada l’ipotesi di un ulteriore slittamento del Cdm per la manovra, inizialmente ipotizzato per inizio di questa settimana. C’è comunque tempo fino al 20 ottobre per l’invio alle Camere. Dunque fino a lunedì prossimo.

Le risorse della manovra 2026

Parte delle risorse per finanziare la manovra da circa 18 miliardi saranno reperite “a carico degli intermediari finanziari e assicurativi”, ha spiegato il Mef, senza fissare un’asticella né anticipare il meccanismo per il “contributo” richiesto. La Lega nelle ultime settimane ha parlato di 5 miliardi, e la cifra messa in conto non è troppo lontana da questa. E si tratta ancora. Interlocuzioni e valutazioni, spiegano diverse fonti, sono in corso e verrà utilizzato tutto il tempo utile.

FI contraria a un prelievo forzoso

A livello politico Forza Italia è contraria da sempre a un prelievo forzoso. “Ieri il ministro Giorgetti ha assicurato che non ci saranno tasse sugli extraprofitti” delle banche, “quello per noi è inaccettabile, ma lo sanno già – ha ribadito il vicepremier Antonio Tajani -. Mi auguro che si arrivi presto a una conclusione e si trovi un accordo. Le banche possono dare un contributo, bisogna però che non sia un contributo imposto ma un contributo concordato. Giorgetti ieri ha assicurato che non ci saranno tasse sugli extraprofitti e sono convinto che andrà a finire così, perché mi sembra una posizione equilibrata e giusta”.

Il taglio dell’Irpef

Accolte, anche se ridimensionate, le proposte delle forze della coalizione. Per il taglio dell’Irpef “l’ideale è che si arrivi a 60mila euro, ma bisogna vedere le coperture. E’ un percorso che abbiamo avviato, se non si può fare quest’anno si continua l’anno prossimo – incassa il sì Tajani -. A noi interessano aumenti salariali, ceto medio e la sanità con nuove assunzioni di medici e infermieri”. La rottamazione sarà non in 10 anni, con 120 rate, come inizialmente proposto dalla Lega.

È Matteo Salvini, nell’attesa che la norma venga delineata, a spiegare: sarà in nove anni, e con rate uguali, come il partito chiede, senza l’acconto iniziale che pure era stato ipotizzato.

“Come promesso, finalmente è in arrivo la rottamazione definitiva di tutte le cartelle esattoriali emesse fino al 31 dicembre 2023 – scrive via social Matteo Salvini -. Vale per i cittadini che hanno fatto la dichiarazione dei redditi (quindi nessun furbetto), ma che per problemi esterni o personali (Covid, malattie, fallimenti, difficoltà familiari, mancati pagamenti di altri, aumento improvviso dei costi) non sono riusciti a pagare tutto”.

Per quanto riguarda il fronte delle imprese, il governo ha messo in campo 4 miliardi. Molto meno degli otto all’anno chiesti dagli industriali. Ma per il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, quella “dell’iper e super ammortamento” è “una buona via”. 

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