Manovra 2026, da taglio Irpef a rottamazione: interventi da 18 miliardi

Manovra 2026, da taglio Irpef a rottamazione: interventi da 18 miliardi
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Foto LaPresse/Mauro Scrobogna)

Giorgetti: “Venerdì i particolari”

Pace fiscale ‘selettiva’ fino a tutto il 2023, poi 9 miliardi in 3 anni per il taglio dell’Irpef, 4 miliardi per gli incentivi agli investimenti delle imprese, 3,5 miliardi in tre anni per le famiglie e la riforma dell’Isee. Della manovra in Consiglio dei ministri arrivano solo “i numeri”, per dirla con le parole del titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti: le tabelle vanno inviate a Bruxelles entro in 15 ottobre, ma la partita non è ancora chiusa, quindi l’approvazione della legge di Bilancio è rinviata a una successiva riunione. “La prospettiva è delineata”, ha assicurato il titolare del Tesoro, dal palco del Forum organizzato da Coldiretti, subito dopo il Cdm, “venerdì la definiremo nei particolari”.

Il nodo delle coperture

Per le coperture, viene messo in bilancio il contributo con “risorse reperite a carico degli intermediari finanziari e assicurativi”, che non vengono ufficialmente ancora quantificate, ma l’obiettivo è avvicinarsi il più possibile ai 5 miliardi, asticella posta dalla Lega da settimane. L’Abi, in una nota, ha spiegato la sua posizione confermando “all’unanimità di proseguire in via straordinaria nei contributi poliennali al Bilancio dello Stato, nella stessa logica concordata lo scorso anno, per il rilancio dell’economia e per la solidarietà sociale”. Ma la Lega, con il sottosegretario Armando Siri conferma la richiesta: “È giusto e doveroso che anche il sistema finanziario e assicurativo contribuisca in modo proporzionato allo sforzo che il Paese sta compiendo per sostenere famiglie, lavoratori e imprese. In una fase complessa come questa, la responsabilità deve essere condivisa da tutti, soprattutto da chi negli ultimi anni ha potuto contare su margini e utili significativi”.

La pace fiscale e la riduzione dell’Irpef

Rientreranno nella legge di Bilancio, che viene quantificata in 18 miliardi l’anno, le due misure-bandiera, la pace fiscale, che varrà per coloro che non sono in regola con il pagamento di tasse e tributi e non per chi ha cercato di eluderli, non facendo la dichiarazione. “Il governo vuole continuare a fare la propria parte per il rilancio della domanda interna sostenendo il potere d’acquisto, con la riduzione della pressione fiscale sui ceti medi, e da qui l’annunciata riduzione dell’Irpef dal 35 al 33%, ma anche con “un incentivo forte al rinnovo dei contratti di lavoro – ha spiegato Giorgetti -. Pensiamo che questo stimolo possa produrre poi un riconoscimento salariale che poi si tradurrà in domanda e consumi”. Due miliardi vengono destinati all’adeguamento salariale al costo della vita.

I fondi per le imprese

Per le imprese arrivano 4 miliardi per l’innovazione, con un meccanismi simile, per quanto viene anticipato, a Industria 4.0, il rifinanziamento della nuova Sabatini. Gli industriali chiedevano un piano da almeno 8 miliardi. Ed entra in manovra anche il nuovo rinvio della plastic e sugar tax, misura da sempre invisa a Forza Italia. Per la casa, vengono confermate le indiscrezioni sulla riforma dell’Isee, con la revisione della disciplina per il calcolo, che interviene sul valore della casa e sulle scale di equivalenza. Resta anche la detrazione al 50% per le ristrutturazioni delle prime case e al 36% negli altri casi. Per la sanità arrivano 2,4 miliardi in più nel 2026, e 2,65 miliardi per il 2027 e il 2028. Una manovra che si conferma leggera, nel rispetto della “sostenibilità della finanza pubblica”. “Anche oggi i ministri hanno fatto un lungo elenco di richieste”, ha detto Giorgetti, ma “ricordo che parto da -80 miliardi, che sono gli interessi sul debito pubblico che devo pagare a prescindere dalle richieste di Tizio e Caio”.

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