“La Slovacchia si colloca all’intersezione tra il corridoio baltico-adriatico e quelli che dalla Germania si diramano alla volta dell’Ucraina e della Romania. Al di là degli ovvi benefici legati a tale posizione, agli operatori economici stranieri, offre innanzitutto la sicurezza dell’adesione al complesso di regole europee che ne tutelano gli investimenti e ne disciplinano le attività imprenditoriali”. Così l’ambasciatore d’Italia a Bratislava Gianclemente De Felice in un’intervista a ‘Relazioni internazionali di Tribuna politica ed economica’.
Quanto alle opportunità di investimento, “vi è una forte attenzione alle energie rinnovabili, a partire dalle iniziative compendiate nel Pnrr, ove esse trovano un posto privilegiato. Ho avuto modo di visitare in questi mesi alcuni impianti di produzione di energia idroelettrica, nei quali anche alcune imprese italiane sono state coinvolte e sono rimasto colpito in particolare dalle prospettive in termini di resa. Se ciò si unisce all’elevata soglia di esperienza qui raggiunta nel campo del nucleare, si può sicuramente preconizzare un ruolo di centralità del Paese in termini di produzione e di esportazione di elettricità. Vi è un impegno sinergico di più amministrazioni locali, dal ministero dell’Economia a quello dell’Ambiente a quello degli investimenti e dello sviluppo locale, che dispone di importanti fondi da destinare a progetti nel settore delle rinnovabili. Ne discendono opportunità importanti per i nostri operatori economici”.
Rispetto all’interscambio tra i due Paesi per l’ambasciatore “va considerata la dimensione del mercato slovacco, che ha potenzialmente cinque milioni o poco più di consumatori. Il valore complessivo dello scambio si assesta a circa 8,5 miliardi di euro, con un disavanzo per l’Italia di circa 200 milioni di euro. Dal 2020 a oggi lo scambio è stato sempre, nel complesso, in crescita. Ricordo che tra le nostre maggiori esportazioni ci sono macchinari e prodotti della meccanica, impiegati nei processi di trasformazione qui dislocati”. E aggiunge: “Siamo due Paesi a vocazione manifatturiera e orientati alle esportazioni. È quasi fisiologico quindi che a fronte di interessi condivisi vi siano esigenze condivise che vengono portate all’attenzione delle istanze europee, come dimostrano gli scambi a livello di operatori economici organizzati in Italia e in Slovacchia e come emerge anche da contatti istituzionali”.

