Via libera a nuove sanzioni Ue alla Russia. Si tratta del 19esimo pacchetto dall’inizio della guerra con l’Ucraina. In quest’ultima tranche finiscono nel mirino gli ultimi scampoli di gas che ancora arrivano in Europa (pur non conoscendo i volumi si sa che questo gas e Gnl entra in otto Paesi membri dell’Unione: Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Slovacchia e Ungheria), il sistema russo delle carte di credito, e per la prima volta le criptovalute.
Le proposte della Commissione Ue vanno ora approvate dai 27 Paesi dell’Ue prima di poter entrare in vigore. Il blocco ha già concordato 18 pacchetti di sanzioni contro la Russia ma raggiungere un accordo definitivo su chi e cosa colpire potrebbe richiedere settimane. Ed è anche per questo che dalla Commissione Ue arriva “l’invito agli Stati membri ad approvare rapidamente queste nuove sanzioni. Vogliamo che la Russia lasci il campo di battaglia e si sieda al tavolo dei negoziati. Questo è il modo per dare una reale possibilità alla pace“.
Italia valuta con attenzione
“Valutiamo con attenzione la proposta europea, ben coscienti dei limiti legali – dice subito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – siamo stati protagonisti degli Era Loans e dunque conosciamo bene quali sono i limiti legali e reputazionali della vicenda”.
Chiudere i rubinetti
“L’economia di guerra della Russia – osserva la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen – è sostenuta dalle entrate dei combustibili fossili, noi vogliamo tagliare quelle entrate. Per questo mettiamo al bando l’import di energia russa nel territorio europeo. È ora di chiudere i rubinetti. Le azioni della Russia non sono quelle di un Paese che vuole la pace. Come risposta l’Europa sta aumentando la pressione. Per questo oggi presento il 19esimo pacchetto di sanzioni“.
La Commissione ha proposto di prendere di mira altre 118 navi della flotta ombra russa che trasportano petrolio, portando il totale a oltre 560. “Le principali società di commercio energetico Rosneft e Gazprom Neft saranno ora soggette a un divieto totale di transazioni, e anche altre società saranno soggette a un congelamento dei beni” se le misure saranno approvate – afferma von der Leyen – poi si punta a “prendere di mira raffinerie, commercianti di petrolio, società petrolchimiche e Paesi terzi, compresa la Cina“. Le sanzioni includerebbero anche restrizioni alle esportazioni di “articoli e tecnologie” che possono essere utilizzati sul campo di battaglia. A questo bisogna aggiungere la decisione di un netto taglio del price cap del petrolio a 47,6 dollari.
Misure anti-criptovalute
“Per la prima volta le nostre misure restrittive colpiranno le piattaforme di criptovalute e le transazioni in criptovaluta – rileva von der Leyen – abbiamo inserito nell’elenco le banche straniere collegate ai sistemi di pagamento alternativi russi e stiamo limitando le transazioni con entità in zone economiche speciali. Stiamo puntando alle scappatoie finanziarie che la Russia utilizza per eludere le sanzioni. Stiamo imponendo un divieto di transazioni ad altre banche in Russia e a banche in Paesi terzi”.
Carte di credito sotto la lente
L’Alta rappresentante della politica estera Ue, Kaja Kallas illustra che il pacchetto di sanzioni contro la Russia prende di mira anche il sistema russo di carte di credito e quello di pagamenti rapidi. “La guerra del Cremlino dipende dai flussi di denaro illeciti – dice Kallas – il nostro obiettivo è eliminarli alla radice. Per questo motivo proponiamo di intervenire contro i meccanismi di evasione finanziaria russi nei Paesi terzi, anche attraverso le criptovalute. Stiamo perseguendo il sistema di carte di credito russo Mir. Qualsiasi fonte di reddito che consenta al Cremlino di continuare la sua aggressione è un obiettivo. Oggi proponiamo un divieto totale di transazioni con le banche e gli istituti finanziari russi, compresi quelli che operano in Paesi terzi. Proponiamo di aggiungere i grandi operatori economici coinvolti nell’elusione delle sanzioni, nella generazione di entrate e nel sostegno all’industria militare russa, nonché il sistema russo di carte di credito e il sistema di pagamenti rapidi. Proponiamo anche il divieto di investimenti nelle zone economiche speciali russe collegate alla guerra” e “ulteriori misure nei confronti degli attori cinesi che sostengono l’industria militare russa. Queste nuove sanzioni limiteranno anche l’accesso della Russia alle tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale e i dati geospaziali, nonché alle risorse critiche che alimentano la produzione di armi. Ciò include quelle ricevute da fornitori stranieri, tra cui Cina e India“.
Impatto delle sanzioni
“La nostra analisi economica è chiara: le sanzioni stanno avendo un forte impatto sull’economia russa – riflette von der Leyen – il tasso di interesse è al 17%. L’inflazione è costantemente alta, l’accesso della Russia ai finanziamenti e alle entrate è in costante diminuzione. E l’economia di guerra surriscaldata della Russia sta raggiungendo i suoi limiti. Ancora più interessante è il fatto che, parlando con i partner che dialogano con la Russia, loro affermano che tra le prime richieste russe vi è l’alleviamento delle sanzioni”.
Risorse per l’Ucraina
“Parallelamente stiamo lavorando a una nuova soluzione per finanziare gli sforzi di difesa dell’Ucraina sulla base dei beni russi immobilizzati – dice ancora von der Leyen – dobbiamo essere molto chiari: questa è una guerra della Russia e chi l’ha provocata deve pagare, con i saldi di cassa associati a questi beni russi, possiamo fornire all’Ucraina un prestito di riparazione. I beni stessi non saranno toccati. E il rischio dovrà essere sostenuto collettivamente. L’Ucraina rimborserà il prestito solo una volta che la Russia avrà pagato i risarcimenti. Presenteremo presto una proposta”.
“Oltre a condurre una guerra in Ucraina, le forze russe continuano a strappare i bambini ucraini alle loro famiglie e a deportarli in campi di rieducazione – afferma Kallas – oggi proponiamo sanzioni contro le persone coinvolte nel rapimento e nell’indottrinamento dei bambini ucraini. In futuro renderemo anche più facile adottare sanzioni contro le persone e le organizzazioni coinvolte in questi atti abominevoli”.

