Mediobanca, Nagel lascia il timone e saluta: “Siate pronti a superare nuove sfide”

Mediobanca, Nagel lascia il timone e saluta: “Siate pronti a superare nuove sfide”

L’ormai ex ceo di Piazzetta Cuccia si congeda con una lettera rivolta a tutti i dipendenti e cita Orazio nel giorno del Cda, dopo il successo dell’Opas di Mps.

Mediobanca, la quiete dopo la tempesta. Nel giorno del Cda, il ceo Alberto Nagel lascia il timone di Piazzetta Cuccia, dopo il successo dell’Opas di Mps. Saluta dipendenti citando Orazio, ricorda le nuove sfide da superare che si troveranno di fronte. E vende un milione di azioni di Mediobanca per un totale di circa 21,3 milioni di euro, sfruttando i termini di riapertura dell’offerta di Mps.

Il direttore generale di Mediobanca, Francesco Saverio Vinci, ha venduto 400mila azioni per circa 8,5 milioni. Il presidente dell’attuale Cda di Piazzetta Cuccia, Renato Pagliaro, ha venduto 100mila azioni per circa 2,1 milioni di euro.

Assemblea convocata per il 28 ottobre

Il consiglio di amministrazione di Mediobanca, che è durato 4 ore, ha convocato l’assemblea ordinaria degli Azionisti per l’usuale data del 28 ottobre. È quanto si legge in una nota. Tre i punti principali all’ordine del giorno: l’approvazione del bilancio al 30 giugno 2025, la discussione e l’approvazione delle politiche di remunerazione e incentivazione per il personale del Gruppo 2025/2026 e il piano annuale di Performance Shares, e infine la nomina del Consiglio di Amministrazione per il triennio 2026-2028. 

La riunione del board prevedeva l’approvazione del bilancio al 30 giugno e la convocazione dell’assemblea, ma il Consiglio di amministrazione di stamane rappresenta soprattutto uno dei passaggi verso il cambio della guardia ai vertici di Piazzetta Cuccia in cui Mediobanca e il ceo Alberto Nagel e vertici hanno preso atto della situazione dopo il successo della scalata da parte di Mps, in vista della assise assembleare di fine ottobre della merchant bank. Nagel stamane ha inviato ai dipendenti dí Mediobanca una lettera di commiato dopo i suoi oltre 20 anni alla guida di Piazzetta Cuccia.

Le dimissioni dei consiglieri

 “I Consiglieri di Amministrazione, preso atto dell’esito dell’Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulla totalità delle azioni di Mediobanca e per favorire un’ordinata e tempestiva transizione attraverso il rinnovo dell’organo amministrativo, hanno rassegnato, con l’eccezione del Consigliere Sandro Panizza, le dimissioni dalla carica, con efficacia dalla data della prossima Assemblea”. E’ quanto si legge in una nota diffusa al termine della riunione del Cda.

La lettera di addio di Nagel

“Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per avermi dato il privilegio di lavorare con voi – scrive Nagel in una lettera dopo 20 anni passati nell’istituto – e ricordatevi di quanto scrisse Orazio: ‘Graecia capta ferum victorem cepit’“.

“La Banca si basa sulla fiducia che ispira ai suoi stakeholders – osserva Nagel – quindi: reputation first! Grazie al vostro lavoro, oggi possiamo dire che la nostra Banca è diversa da molte altre ed è specializzata in business complessi dove ha una presenza di mercato solida e prospettive di crescita. Ma quello che più conta è che ha conservato la sua cultura identitaria, associata al suo brand, che ha un fortissimo valore e che, a mio avviso, è il quid pluris del nostro Gruppo“.

Quella di Mediobanca è una “cultura fatta di competenza, passione, trasparenza e understatement che abbiamo ereditato da banchieri straordinari come Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi. Una cultura che… ti rimane cucita addosso”.

“Vi attendono ora nuove sfide che, ne sono certo, sarete pronti a superare stando uniti e preservando quella cultura e diversità che vi rendono unici – rileva ancora Nagel – così come sono certo che la nuova proprietà della Banca non potrà prescindere dal valorizzare il vostro non comune patrimonio di professionalità. A metà del 2019, con la progressiva riduzione del Patto di sindacato, peraltro trasformato in un Accordo di consultazione, il capitale sul mercato è pressoché totalitario e Mediobanca una vera public company. Dal 2020 ad oggi si è assistito ad un ritorno dell’azionariato stabile a discapito del mercato. Questa marcata evoluzione del Gruppo è anche frutto di alcune mie radicate convinzioni. La prima la chiamerei ‘darwinismo bancario’. Le banche devono adattarsi ad un contesto che cambia rapidamente che se non capito ed affrontato proattivamente, adattando i modelli di business, porta ‘all’estinzione della specie’”.

La seconda è che “la specializzazione in attività a maggior sofisticazione e valore aggiunto protegge nel lungo termine il valore degli intermediari. Ed è per questa ragione che ho sempre preferito l’acquisizione di un wealth manager di taglia e di fascia alta, con ripetuti tentativi effettuati negli ultimi 6 anni, piuttosto che l’unione con una banca commerciale per lo più concentrata sul mass market”, mentre la terza “è che le banche quotate hanno molte più chance di crescere e di generare extra-ritorni, tanto più forte è l’allineamento di interessi tra azionisti e banca”.

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