Banche, alta tensione nel risiko bancario: indagine su vendita quote Mps

Akros assicura pieno rispetto norme e delle regole. Manca poco all'assemblea di Mediobanca

Si alza la tensione nel risiko bancario a tre giorni dall’assemblea di Mediobanca, chiamata a decidere sull’Ops su Banca Generali, una mossa di piazzetta Cuccia letta da più parti come risposta a quella di Monte Paschi su Mediobanca.

Sotto la lente di ingrandimento – la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta che vede indagate sia persone fisiche che società, sulla base di una querela per diffamazione sporta da Mediobanca per alcuni articoli pubblicati da gennaio 2025 e ritenuti lesivi – c’è ora proprio il dossier Mps, e in particolare l’ultimo Abb dello scorso novembre per il collocamento sul mercato del 15% del capitale di Rocca Salimbeni. Chi ha gestito quella vendita, la Banca Akros, che fa parte del gruppo Bpm, assicura che tutto è stato fatto secondo le regole: “Nel proprio ruolo di global coordinator e bookrunner della procedura” la Banca “ha condotto la stessa in modo corretto e trasparente, nel pieno rispetto delle norme e delle prassi che regolano tali operazioni, con la partecipazione di centinaia di investitori istituzionali, tramite piattaforma informatica”.

Nelle ultime ore è emersa la notizia che il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza – su ordine di esibizione disposto dai pm Giovanni Polizzi e Luca Gaglio con l’aggiunto Roberto Pellicano – ha acquisito documentazione presso Banca Akros, proprio in relazione all’Abb del 13 novembre 2024, l’ultimo avviato dal ministero dell’Economia e delle finanze dopo che la commissione Europea ha imposto al Tesoro di ridurre la propria partecipazione nella banca di Siena al di sotto del 20% in seguito al salvataggio da parte dello Stato.

Akros, in qualità di global coordinator e bookrunner, ha gestito la procedura di collocamento sul mercato del 15% del capitale, andato per il 5% a Banco Bpm (sotto Ops da parte di Unicredit), per il 3% ad Anima holding (sotto Opa di Bpm, conclusa con successo) e il 3,5% ciascuno a Delfin e Caltagirone, entrambi azionisti anche di Mediobanca e di Generali.

Per Akros però “tutti gli ordini pervenuti sono stati raccolti, registrati e processati allo stesso modo, il tutto nei tempi consueti previsti per questo tipo di operazioni”. Nel pomeriggio di giovedì era emersa la notizia che l’indagine sarebbe partita da un esposto di Unicredit, che ha poi smentito di essersi rivolta alla procura di Milano e di aver presentato esposti in relazione a Delfin e Caltagirone. A dare il via sarebbe invece stata la querela per diffamazione sporta dall’istituto guidato da Alberto Nagel in cui sarebbero state ricostruite in ordine cronologico le vicende del risiko bancario in corso da mesi e le mosse che hanno coinvolto la holding della famiglia Del Vecchio e il gruppo guidato dal costruttore romano. Gli stessi episodi al centro degli esposti incrociati inviati a Consob e Banca d’Italia. Dalle autorità di vigilanza non sarebbe arrivata al momento alcuna segnalazione alla procura di Milano che si è mossa autonomamente e che intende svolgere il più rapidamente possibile e nel massimo riserbo gli accertamenti relativi all’inchiesta.