Le famiglie continuano, in una situazione di fragilità della domanda, a privilegiare le spese per la fruizione del tempo libero
L’incertezza più che diradarsi si moltiplica e l’ultimo colpo alla stabilità delle aspettative degli operatori è arrivato dalla questione dei dazi della amministrazione Usa. E’ il quadro che emerge dalla congiuntura di Confcommercio.
Gli effetti di questa situazione più che negli indicatori in alta frequenza, che mostrano ancora importanti spunti di positività come l’occupazione o il turismo – spiega l’organizzazione del commercio- si manifestano sulla fiducia di imprese e famiglie, in ridimensionamento a marzo, e sulle oscillazioni repentine dei mercati finanziari. La fotografia di Confcommercio vede il Pil ad aprile a +0,8% tendenziale. I consumi sono in calo a marzo (-0,7%). Per quanto riguarda i settori, bene comunicazioni (+9%) e servizi ricreativi (+3,1%), in calo arredamento (-3,2%), alimentari (-2,7%) ed elettrodomestici (-1,5%).
I consumi- fa notare Confcommercio – calano nella metrica dei dati grezzi (-2,3% e -0,7% a febbraio e marzo), ma in termini destagionalizzati indicano nell’ultimo mese una crescita dello 0,4%, con modesti spunti di recupero sia per i beni sia per i servizi, segnale ancora troppo modesto per testimoniare un’inversione di tendenza. “Si conferma, dunque, anche in questa prima parte del 2025, la difficoltà per le famiglie di trasformare i maggiori redditi reali in maggiori consumi. È il pezzo che manca a una più florida crescita”, sottolinea.
Le turbative generate da effetti di calendario, anno bisestile e diversa collocazione temporale della Pasqua, pur rendendo più complessa la lettura dei dati- è l’analisi di Confcommercio- non nascondono il fatto che le famiglie continuino, in una situazione di fragilità della domanda, a privilegiare le spese per la fruizione del tempo libero, della cultura e della ricreazione. Per contro alimentari, vestiario e calzature, mezzi di trasporto, mobili ed elettrodomestici si confermano in riduzione.
In questo contesto l’inflazione, pur in moderato aumento, continua a non destare particolari preoccupazioni. Secondo le stime di Confcommercio ad aprile i prezzi al consumo sono attesi crescere dello 0,3% portando l’incremento su base annua al 2,2%. La previsione è che “il dato, in lieve risalita su marzo, potrebbe, stando anche alla stabilizzazione dell’inflazione di fondo e all’attenuarsi delle tensioni sugli energetici, rappresentare il picco di questa fase di moderata crescita dei prezzi”.
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