Lo scrive l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) in un Focus dedicato alla manovra di bilancio
Le famiglie sono i principali beneficiari della manovra economica, con 53 miliardi nel 2025-27, soprattutto in ragione degli interventi a favore dei lavoratori dipendenti privati e pubblici, mentre è restrittivo invece l’impatto per imprese e lavoratori autonomi. Lo scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) in un Focus dedicato alla manovra di bilancio 2025, in cui si fornisce un quadro degli impatti finanziari ed economici rispetto allo scenario a legislazione vigente per l’anno appena concluso e nel triennio 2025-27, soffermandosi sull’impatto sui soggetti destinatari e le basi economiche, e sulle principali modifiche introdotte durante l’iter parlamentare.
Manovra 2025, gli impatti positivi
In merito agli impatti positivi per le famiglie, sottolinea l’Upb, ci si riferisce in particolare alla stabilizzazione degli effetti della decontribuzione per i lavoratori dipendenti, attraverso l’erogazione di un bonus ai lavoratori con reddito fino a 20mila euro e una detrazione fiscale per quelli con reddito compreso fra 20.000 e 40.000 euro. Per i dipendenti pubblici hanno, inoltre, un impatto favorevole lo stanziamento delle risorse per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro del triennio 2025-27, per l’aumento del trattamento economico accessorio nella tornata contrattuale 2022-24, per la valorizzazione del sistema scolastico, per le spese di personale nell’ambito del rifinanziamento delle missioni internazionali e della prosecuzione dell’operazione strade sicure.
A beneficio dei dipendenti privati operano anche le agevolazioni fiscali sulle somme percepite a titolo di welfare aziendale e la riduzione del prelievo sui premi di produttività. Fra gli altri interventi con un impatto positivo sul settore delle famiglie si segnalano il rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale, la proroga delle detrazioni fiscali al 50 per cento sull’abitazione principale e al 36 per cento per gli altri immobili per interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica, le misure disposte in ambito sociale, pensionistico e per sostenere la genitorialità.
Le misure rivolte alle imprese e ai lavoratori autonomi, invece, migliorano il saldo in tutti gli anni del triennio 2025-27 rispetto allo scenario a legislazione vigente, per effetto di interventi sia sulle entrate sia sulle spese.
L’aumento delle entrate è dovuto principalmente alle disposizioni relative alla sospensione temporanea di quote di deduzioni relative a esercizi; alle limitazioni, per il 2025, della compensazione mediante perdite pregresse ed eccedenze ACE del maggior reddito imponibile formatosi in conseguenza della mancata applicazione delle deduzioni relative a svalutazioni crediti, avviamento e prima applicazione IFRS9; alla modifica del regime di versamento dell’imposta di bollo sui prodotti assicurativi del ramo III e V; alla riapertura dei termini di affrancamento dei saldi attivi di rivalutazione e delle riserve in sospensione di imposta.
Nel 2026, tali misure più che compensano il minor gettito dovuto soprattutto alla proroga della maggiorazione del 20 per cento della deduzione relativa al costo del lavoro per le assunzioni effettuate nel triennio 2025-27 e agli effetti fiscali del definanziamento dell’agevolazione contributiva per l’occupazione in aree svantaggiate.
Nel 2027, ai predetti fattori di riduzione del gettito si aggiunge l’avvio del recupero delle quote di deduzione sospese, dando luogo ad un calo delle entrate a carico della categoria. Le spese si riducono soprattutto per effetto del definanziamento della cosiddetta decontribuzione Sud, del fondo finalizzato alla riconversione, ricerca e sviluppo del settore automotive e di altri fondi e stanziamenti, incluso l’impatto, nel 2026, delle modifiche al credito di imposta Transizione 4.0.
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