Pubblicata la 20esima edizione del Global Risks Report

Le guerre, la disinformazione e i disastri ambientali legati al clima sono le principali minacce che dominano la percezione dei rischi globali per il 2025. È ciò che emerge dal Global Risks Report 2025 pubblicato dal World Economic Forum con la collaborazione di Marsh McLennan e Zurich Insurance Group e giunto alla sua ventesima edizione.

Le guerre in cima alle preoccupazioni

“Oggi, il rischio geopolitico – e in particolare la percezione che i conflitti possano aggravarsi o diffondersi – è in cima alla lista delle preoccupazioni immediate. La paura e l’incertezza offuscano le prospettive in varie parti del mondo, tra cui l’Ucraina, il Medio Oriente e il Sudan, con le istituzioni multilaterali che faticano a fornire una mediazione efficace e a lavorare per una soluzione”, ha osservato Saadia Zahidi, direttore generale del Wef.

“La polarizzazione all’interno delle società sta ulteriormente indurendo le opinioni e influenzando il processo decisionale. Inoltre, continua ad alimentare le fiamme della disinformazione e dell’informazione che, per il secondo anno consecutivo, è la principale preoccupazione a breve-medio termine in tutte le categorie di rischio. Gli sforzi per combattere questo rischio si scontrano con un avversario formidabile, l’IA generativa, che crea contenuti falsi o fuorvianti che possono essere prodotti e distribuiti su scala. Più in generale, i rischi tecnologici, pur non essendo considerati immediati, salgono nella classifica per l’orizzonte temporale di 10 anni, dato il rapido ritmo di cambiamento in settori come l’IA e le biotecnologie”, ha proseguito.

Inoltre “i rischi ambientali hanno consolidato costantemente la loro posizione di maggiore fonte di preoccupazione a lungo termine. L’indagine sulla percezione dei rischi globali di quest’anno mostra che il senso di allarme sta aumentando anche nel breve termine: I problemi ambientali, dalle condizioni meteorologiche estreme all’inquinamento, sono qui ora e la necessità di implementare soluzioni è urgente”.

Il rapporto basato su opinioni di 900 esperti di rischi globali

Emerge dunque un panorama globale sempre più frammentato, in cui le crescenti sfide geopolitiche, ambientali, sociali e tecnologiche minacciano la stabilità e il progresso. Sebbene i rischi economici abbiano un rilievo meno immediato nei risultati dell’indagine di quest’anno, rimangono una preoccupazione, interconnessa con le tensioni sociali e geopolitiche.

Il rapporto, che si basa sulle opinioni di oltre 900 esperti di rischi globali, responsabili politici e business leader intervistati a settembre e ottobre 2024, delinea un quadro piuttosto cupo per il decennio a venire. Gli intervistati sono molto meno ottimisti sulle prospettive globali di lungo periodo rispetto a quelle più immediate. Quasi due terzi degli intervistati prevedono un panorama globale turbolento entro il 2035, in particolare a causa dell’intensificarsi delle sfide ambientali, tecnologiche e sociali. Oltre la metà degli intervistati si aspetta una certa instabilità entro i prossimi due anni, a testimonianza della diffusa frattura della cooperazione internazionale. Le proiezioni di lungo periodo segnalano sfide ancora più grandi, poiché si prevede che i meccanismi di collaborazione dovranno affrontare pressioni crescenti.

I rischi sociali, come la disuguaglianza e la polarizzazione all’interno delle società, occupano un posto di rilievo nella classifica dei rischi a breve e a lungo termine. Le crescenti preoccupazioni per le attività economiche illecite, l’aumento del debito e la concentrazione di risorse strategiche evidenziano vulnerabilità che potrebbero destabilizzare l’economia globale nei prossimi anni. Tutti questi problemi rischiano di esacerbare l’instabilità interna e di erodere la fiducia nei governi, complicando ulteriormente gli sforzi per affrontare le sfide globali. Tutti i 33 rischi identificati nel ranking aumentano di gravità nel lungo periodo, riflettendo le preoccupazioni degli intervistati circa l’aumento della frequenza o dell’intensità di questi rischi nel corso del prossimo decennio.

Global Risks Report 2025: “Il sistema globale a dura prova come mai prima d’ora”

“Le crescenti tensioni geopolitiche, l’erosione della fiducia globale e la crisi climatica stanno mettendo a dura prova il sistema globale come mai prima d’ora”, ha dichiarato Mirek Dušek, Managing Director del World Economic Forum. “In un mondo segnato da divisioni sempre più profonde e rischi a cascata, i leader globali hanno una scelta: promuovere la collaborazione e la resilienza o affrontare un’instabilità crescente. La posta in gioco non è mai stata così alta”, ha aggiunto.

“Nel 2024, il pianeta ha superato per la prima volta la soglia di 1,5°C di riscaldamento globale, e la posta in gioco non potrebbe essere più alta. Il report evidenzia chiaramente che gli esperti considerano i rischi climatici critici nel lungo periodo, ma, come ci ricordano le cronache recenti, richiedono anche la nostra attenzione immediata. Dobbiamo fin da oggi concentrarci sui rischi ambientali – dagli eventi meteorologici estremi alla perdita di biodiversità. È essenziale un’azione tempestiva per mitigare gli effetti peggiori del cambiamento climatico e rafforzare la resilienza. I costi dell’inazione e la mancanza di cooperazione globale stanno già avendo conseguenze negative. Resto però ottimista: credo che l’umanità sia in grado di trovare soluzioni sociali e tecnologiche per evitare lo scenario peggiore. Il rischio più grande sarebbe arrendersi credendo che non ci sia più nulla da fare. Non è troppo tardi”, ha dichiarato Peter Giger, Chief Risk Officer di Zurich Insurance Group.

“In un’epoca caratterizzata da crescenti tensioni geopolitiche, dalle sfide generate dal cambiamento climatico e dalla minaccia pervasiva della disinformazione, alimentata dal progredire dell’Intelligenza Artificiale, una gestione efficace del rischio non è mai stata così cruciale”, ha commentato Andrea Bono, Ceo di Marsh McLennan Italy & Eastern Mediterranean Region. “È essenziale che le organizzazioni continuino a individuare e valutare gli impatti e l’interconnessione di questi rischi complessi sui propri modelli di business, promuovendo al contempo una cultura di mitigazione proattiva. Guardando al nostro Paese, emerge inoltre una nuova dimensione relativa alla gestione del personale: la carenza di risorse specializzate e di profili adeguati, diventata una priorità centrale nell’agenda degli executive italiani”, continua Bono. “Per trasformare questo rischio emergente in un’opportunità, sarà necessario focalizzarsi anche su una pianificazione dei fabbisogni di competenze, adottando ciclicamente avanzati metodi di Strategic Workforce Planning. Tutto ciò è ancora più rilevante e complesso se si considera la crescita esponenziale dell’Intelligenza Artificiale, che rappresenta oggi il reale game changer del lavoro”, ha aggiunto.

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