Per i prossimi 3 anni prevista accelerazione vicina all'1%, si torna a salire con "vigore" dalla seconda metà del 2025
Bankitalia vede la crescita del Pil allo 0,7% nel 2024, poi accelera all’1%.
Ora c’è anche la Banca d’Italia a dire che il 2024 non è andato come ci si aspettava: il dato della crescita stimata per il 2024 è lo 0,7% già dichiarato ad Atreju dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti contro l’1% fissato come obiettivo fino a ottobre e messo nero su bianco nel Piano strutturale di Bilancio inviato all’Ue.
Si torna dunque agli zero virgola, mentre per i prossimi tre anni è prevista un’accelerazione intorno all’1%. Le proiezioni di crescita elaborate dalla Banca d’Italia in realtà parlano di un +0,5% per il 2024: ma sono formulate su dati corretti per l’effetto del diverso numero di giornate lavorative tra un anno e l’altro, a differenza di quelle elaborate dal ministero dell’Economia: facendo riferimento alle stime non corrette si arriva allo 0,7%.
“Si stima che il prodotto sia tornato a espandersi nel trimestre in corso a ritmi moderati e che la crescita possa acquistare vigore dalla seconda metà del prossimo anno, grazie soprattutto all’andamento favorevole dei consumi e alla ripresa delle esportazioni – si legge nella nota delle proiezioni macroeconomiche per il 2024-2027 – rispetto alle proiezioni pubblicate a ottobre, la crescita del Pil è rivista al ribasso per circa 0,1 punti percentuali all’anno, per via di andamenti meno favorevoli delle attese nella seconda metà del 2024 e degli effetti di ipotesi di una crescita della domanda estera più contenuta e di tassi di interesse leggermente più elevati“.
L’inflazione rimarrà contenuta, collocandosi all’1,1% nella media dell’anno in corso, all’1,5 nel successivo biennio e al 2% nel 2027, mentre quella di fondo sarebbe poco superiore al 2% nella media di quest’anno e scenderebbe a poco più dell’1,5% nel prossimo triennio.
In un contesto di elevata incertezza, “in particolare sulle politiche commerciali della nuova amministrazione statunitense” evidenzia Palazzo Koch, la previsione è che si consolidi la crescita della domanda estera ma ancora su valori nettamente inferiori a quelli medi del ventennio pre-pandemia. Sulla base dei contratti futures, i prezzi del petrolio diminuirebbero nel corso del triennio e quelli del gas naturale rimarrebbero sostanzialmente stabili. I costi di finanziamento per imprese e famiglie si ridurrebbero gradualmente. I consumi, dopo la forte caduta registrata alla fine del 2023, sono tornati ad aumentare fin dal primo trimestre dell’anno in corso e continuerebbero a crescere nel prossimo triennio, sostenuti dal buon andamento del potere d’acquisto delle famiglie e dalla riduzione dei tassi di interesse. Gli investimenti rallenterebbero, risentendo degli effetti del ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni, che verrebbero solo in parte attenuati dall’aumento della spesa per infrastrutture e dalle misure di incentivo previste nel Pnrr. Le esportazioni, ancora deboli nella seconda metà di quest’anno, tornerebbero a espandersi dal prossimo, a tassi analoghi a quelli della domanda estera. Le importazioni crescerebbero in misura più contenuta, risentendo della debolezza della spesa per investimenti. Il saldo di conto corrente della bilancia dei pagamenti si stabilizzerebbe intorno all’1% del Pil.
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