La conferma dei sindacati dopo l'incontro sulla manovra con la premier Meloni e gli altri esponenti di governo a Palazzo Chigi. Landini: "Nessuna apertura a nostre richieste"
Cgil e Uil confermano lo sciopero generale in programma il 29 novembre contro la manovra. Lo hanno annunciato i segretari generali, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombarbieri, uscendo dall’incontro con il governo a Palazzo Chigi.
Landini: “Pessima legge di bilancio”
“Il governo ha riconfermato che quello che ha presentato in Parlamento è la manovra, che i margini sono quelli, che gli spazi possibili di modifica sono limitati solo a se si condivide quell’impianto e se si sta dentro a quella logica. Quindi in quella condizione lì noi confermiamo il nostro giudizio di una pessima legge di bilancio e che non affronta e non dà un futuro al nostro Paese”. Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, uscendo dall’incontro con il governo a Palazzo Chigi.
“Noi – ha spiegato – abbiamo avanzato delle richieste molto precise. C’è un aumento salariale che va messo in campo che non può essere il 6% proposto nell’accordo separato, quando l’inflazione è il 17%. Abbiamo chiesto in modo molto esplicito di aumentare gli investimenti sulla sanità pubblica per fare le assunzioni. Abbiamo chiesto di togliere il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, di confermare tutti i giovani precari che sono stati assunti anche con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Abbiamo posto il tema di una modifica vera della riforma Fornero. In termini di politica industriale, abbiamo chiesto di ripristinare i soldi per l’automotive, abbiamo chiesto di rimettere i soldi che stanno togliendo per il mezzogiorno e alla domanda dove prendiamo queste risorse, abbiamo detto in modo molto esplicito, attraverso una vera riforma fiscale, che vuol dire andare a tassare la rendita, il patrimonio, le ricchezze che si sono prodotte. Su questo non c’è alcuna disponibilità e alcuna apertura, e lo hanno confermato”.
“Quindi – ha aggiunto Landini – quelli che continuano a pagare sono i lavoratori dipendenti, i pensionati, sono i giovani precari e su questa base, per quello che ci riguarda, è assolutamente riconfermata la ragione dello sciopero generale del 29 e la necessità di invertire questa tendenza non più accettabile, con un aumento delle diseguaglianze che fa paura e con un governo che sembra che viva in un altro mondo, che ci descrive che è cresciuta l’occupazione, che qui va tutto bene, che siamo il paese che sta meglio in Europa”.
“Io – ha proseguito Landini – ho la sensazione che questi non frequentano troppo i luoghi dove le persone vivono, dove vanno, cosa sta succedendo, mi sembra che vivono da un’altra parte. Se uno mi spiega che dovrei essere contento per il cuneo, sì, ok, l’hanno reso strutturale, ma questo ce l’avevo già. Non mi è cambiato nulla, non è che ai lavoratori fino a 35.000 euro, anzi dai nostri conteggi, quelli che hanno fino a un reddito di 35.000 euro, qualcosina ci rimettono, perché la modifica che fanno anche su un piano tecnico non è a parità di salario. Quindi cosa dovrei dire, che sono contento? Quando il rinnovo del contratto che hanno fatto nel pubblico impiego con un’inflazione al 17% offrono il 6%? Perché questo è quello che stanno dicendo. Questo dovrebbe valere per la sanità, per la scuola, per tutti, stiamo parlando di questo, con un’inflazione al 17%, con una riduzione del potere d’acquisto che non ha precedenti. Dovrei essere contento che hanno liberalizzato tutte le forme di lavoro precario?”.
Bombardieri: “Chiusura dal governo”
“Confermiamo lo sciopero perché noi abbiamo illustrato le nostre richieste e il governo ha illustrato le decisioni che ha assunto. Anche se ha dato una disponibilità a parlare e a discutere della detassazione degli aumenti contrattuali, però sostanzialmente il Governo ha confermato le decisioni assunte e non c’è da parte del Governo una disponibilità a ragionare, per esempio, sul fisco, e noi insistiamo”, ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, uscendo dall’incontro a Palazzo Chigi.
“Il tema di questo Paese -ha aggiunto- sono i salari, la perdita di potere d’acquisto, sulla sanità abbiamo spiegato al Presidente del Consiglio che, al di là della disquisizione numerica, abbiamo riconosciuto che questo Governo ha messo più soldi di altri, ma il rapporto al Pil è sempre quello e la domanda che noi abbiamo fatto al Governo è: pensate che la sanità pubblica stia dando risposte soddisfacenti a chi oggi ha bisogno? Non lo chiedete a noi, chiedetelo magari anche a quelli che vi votano e che vanno negli ospedali, ecco perché abbiamo anche regalato una calcolatrice, perché quella magari è in grado di fare un’operazione più complessa rispetto al cellulare del Presidente del Consiglio”.
“E non ci sono novità – ha sottolineato – neanche sulle pensioni, sul fisco, abbiamo anche fatto delle proposte su dove si potevano prendere dei soldi, però non mi pare che ad oggi il Governo abbia dato disponibilità a discutere in un’altra occasione. Ma i margini ci sono sempre, nel senso che noi abbiamo espresso al Governo quelle che sono le nostre richieste, se il Governo decide di cambiare delle scelte e ci convoca domani, noi non ci sottraiamo mai né al confronto né a una discussione, però mi pare che oggi si siano specchiate due visioni diverse di una manovra e pur con qualche disponibilità non mi pare che c’è da parte del Governo disponibilità a cambiare le scelte, che non riguardano la filosofia, riguardano i salari, la sanità, le pensioni, cose molto pratiche, molto terrene”.
Sei ore di incontro a Palazzo Chigi
L’incontro tra governo e sindacati a Palazzo Chigi sulla manovra è durato circa sei ore. Per il governo erano presenti, con la premier Giorgia Meloni, il vice presidente del Consiglio Antonio Tajani, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati presenti i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu e Cse.
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