Il Federal Open Market Committee della Federal Reserve "ha acquisito maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%"
Comincia il ciclo di allentamento della politica monetaria negli Stati Uniti. Dopo quattro anni dall’ultima volta, la Federal Reserve ha annunciato un taglio dei tassi e l’ha fatto con una corposa mossa da 50 punti base, portando l’intervallo di riferimento al 4,75%-5%. Con un voto contrario, quello di Michelle Bowman, che avrebbe voluto una riduzione di 25 punti base.
Wall Street ha inizialmente risposto con entusiasmo e un diffuso rialzo degli indici, per poi virare in calo dopo l’intervento del presidente Jerome Powell, fino alla chiusura in flessione dello 0,27% per il Dow Jones e dello 0,31% per S&P 500 e Nasdaq. Il Federal Open Market Committee della Fed si è detto fiducioso del “fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%” e “ritiene che i rischi per il raggiungimento degli obiettivi di occupazione e inflazione siano grosso modo in equilibrio”. E tra la fine di quest’anno e il prossimo sono in arrivo altri tagli: il grafico ‘dot plot’ contenuto nelle tabelle del Summary of Economic Projections indica infatti che la Fed prevede di tagliare i tassi di interesse di altri 25-50 punti base entro fine anno, di 100-125 punti entro la fine del 2025 e di 50 punti base nel 2026.
Powell, in conferenza stampa, ha affermato che “siamo impegnati a mantenere la nostra economia forte sostenendo la massima occupazione e facendo tornare l’inflazione al nostro obiettivo del 2%“, osservando che “prenderemo le decisioni riunione per riunione sulla base dei dati in arrivo, dell’evoluzione delle prospettive e del bilanciamento dei rischi”. Powell ha precisato che “non siamo su un percorso prestabilito”, dicendo di non credere che “qualcuno debba guardare a questo dato e dire che questo è il nuovo ritmo”. L’economia “può svilupparsi in modo tale da indurci a procedere più velocemente o più lentamente” e la Fed intende “ricalibrare” la politica monetaria “verso un livello più neutrale” “al ritmo che riteniamo appropriato alla luce degli sviluppi dell’economia”. La fiducia sugli sviluppi e sulla possibilità di un ‘atterraggio morbido’ dell’economia Usa non rappresentano una vittoria sull’inflazione e in conferenza stampa Powell ha ribadito che “non stiamo dichiarando vittoria”. “Stiamo dicendo che siamo vicini all’obiettivo, ma non siamo proprio al 2%. Di certo non stiamo dicendo che la missione è compiuta o qualcosa del genere, devo dire però che siamo fiduciosi sui progressi compiuti”, ha rilevato il banchiere centrale. Parlando del rischio di recessione ha aggiunto: “Non vedo nulla nell’economia che suggerisca che la probabilità di una recessione o di una svolta negativa sia elevata”. Anzi: “La crescita è solida. L’inflazione sta scendendo e il mercato del lavoro è ancora a livelli molto solidi. Quindi non lo vedo proprio, no”.
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