Il piano atteso da Bruxelles sarà esaminato martedì in Consiglio dei ministri: si attende la revisione dei conti pubblici dell'Istat
Il piano strutturale di Bilancio atteso a Bruxelles sarà esaminato martedì in Consiglio dei ministri, ma il via libera e la trasmissione alle Camere per l’esame parlamentare arriverà solo dopo il 23 settembre. Per quella data infatti è attesa la revisione dei conti pubblici dell’Istat, che potrebbero modificare il quadro entro cui muoversi in vista della prossima manovra: due giorni fa l’istituto di statistica ha annunciato una revisione al rialzo del Pil 2021 e lo stesso potrebbe accadere per il 2023, con una modifica del rapporto tra deficit e debito cruciale alla luce dell’impegno di correzione dei conti chiesto dalle regole europee.
“Ho informato i capigruppo rispetto alla possibilità che ci sia una integrazione, a questo punto per rispetto del Parlamento e delle opposizioni che hanno chiesto un esame approfondito, ho informato i gruppi della possibilità, se le Camere sono d’accordo, di chiedere alla commissione Ue il posticipo di una settimana dell’approvazione del Piano. Adesso riferirò al ministro Giorgetti che non ho riscontrato nessuna contrarietà”, ha spiegato il titolare dei rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a margine della conferenza dei capigruppo del Senato. Richiesta prontamente accolta, con il Mef che “prende atto delle decisioni del Parlamento” e dunque “trasmetterà alle Camere il Piano subito dopo l’aggiornamento dei dati Istat del prossimo 23 settembre, come da determinazioni delle capigruppo di Camera e Senato di oggi”. Sulla nuova tempistica, assicura via XX Settembre, è stata aggiornata la commissione europea.
Manovra, più sgravi per le famiglie con figli
Intanto si continua a lavorare ai contenuti di quella che sarà la terza Manovra del governo Meloni. Fermi gli impegni sul taglio del cuneo e sulla rimodulazione delle aliquote Irpef, altro tema caro alla premier è la tutela delle famiglie e la promozione della natalità. Ciò che manca sono le risorse. Nel mirino ci sono le cosiddette tax expenditures, la lunga lista di sgravi e agevolazioni – in tutto 625 nel 2024 – che complessivamente costa 105 miliardi di euro in termini di perdita di gettito.
“La stagione dei bonus è finita”, ha ripetuto più volte Meloni. E’ in questa lista che si starebbe guardando per il piano da circa 5-6 miliardi – di cui ha scritto stamattina Il Foglio – che prevederebbe di aumentare gli sgravi fiscali per le famiglie con almeno due figli, introducendo dunque una sorta di quoziente familiare per le detrazioni: l’idea sarebbe dunque di prevedere per le famiglie numerose maggiori rimborsi delle spese sostenute per istruzione, sport, abbonamenti ai mezzi pubblici, sanità dei figli, bilanciandoli con una minore possibilità di detrarre per single e coppie senza figli. “ll lavoro delle donne si basa sulla incentivazione alla genitorialità. Per questo noi come governo stiamo cercando di agire in questa direzione”, conferma da Cagliari la ministra del Lavoro Marina Calderone. Che interviene anche su un altro tema caldo, quello delle pensioni: se l’ipotesi di quota 41 sembra tramontata, si lavora a una rimodulazione di quota 103 ma anche alla possibile uscita oltre i 67 anni. “Io penso che il ragionamento in termini anche di ampliamento del percorso lavorativo si debba e si possa fare, su base volontaria”, dice la ministra che dà anche come “assolutamente probabile” un intervento nella Manovra sul rafforzamento dei fondi pensione.
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