I dati dell'Ispettorato del lavoro riferiti al 2022

In un anno se ne sono andate dal lavoro in italia 44.699 mamme e 16.692 padri, tra dimissioni e risoluzioni consensuali. Sono i dati della relazione dell’Ispettorato del lavoro riferiti al 2022:  il numero delle convalide complessivamente adottate su tutto il territorio nazionale è stato pari a 61.391. Di queste il 72,8% del totale si riferisce a donne e il 27,2% a uomini. Dei provvedimenti rilasciati, il 93,3% sono stati emessi dagli Ispettorati territoriali del lavoro facenti capo all’INL, il 3% dai Servizi ispettivi della Regione Sicilia, il 2% dalla Provincia autonoma di Bolzano e l’1,7% dalla Provincia autonoma di Trento. Nello specifico le dimissioni volontarie di donne sono state 43.284.

La tipologia di recesso più frequente è costituita proprio dalle dimissioni volontarie, cui si riferisce ben il 96,8% delle convalide totali (59.445). Residuali le dimissioni per giusta causa (1.268) con il 2,1% e le risoluzioni consensuali (678), pari ad appena l’1,1% del totale. Considerando congiuntamente le due tipologie di dimissioni, i relativi provvedimenti arrivano a coprire il 98,9% del totale delle convalide.

Rispetto al 2021, si assiste ad una crescita delle convalide: + 17,1%, 8.955 provvedimenti in più, dice ancora l’Inl. Di questa cifra 7.037 sono riferiti a donne e 1.918 a uomini segnando rispettivamente un incremento per la componente femminile del 18,7% e per la componente maschile del 13% rispetto al precedente anno. Questo incremento però non riguarda tutte le tipologie di convalida. A crescere, infatti, sono solo le dimissioni volontarie (+20,1% totale), mentre calano del 39,8% le risoluzioni consensuali e del 29,4% le dimissioni per giusta causa.

Il maggior numero di convalide si riferisce a genitori con 1 figlio (35.871, pari al 58,4% del totale), seguita da quelli con 2 figli (pari al 32,5%) e da quelli con più di 2 (pari al 7,5%).

I motivi sono prevalentemente di difficoltà di conciliazione vita-lavoro: per gli uomini questi motivi rappresentano il 7,1 % del totale e per le donne il 63,6%.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata