La Commissione invita ad accelerare la riduzione di debito e deficit e sottolinea che pensioni e natalità costeranno lo 0,7% del Pil. Giorgetti: "Previsto, avanti con sano realismo"
Un via libera con riserva da parte della Commissione europea per la manovra di bilancio italiana. Secondo quanto emerge dal pacchetto d’autunno sul ciclo di coordinamento delle politiche economiche del semestre europeo 2024, pubblicato oggi, la Commissione è del parere che il documento programmatico di Bilancio aggiornato dell’Italia non sia pienamente in linea con la raccomandazione del Consiglio del 14 luglio 2023. E pertanto invita l’Italia a tenersi pronta ad adottare le misure necessarie nell’ambito del processo di Bilancio nazionale per garantire che la politica fiscale torni sui binari tracciati dal Consiglio.
Le raccomandazioni: accelerare riduzione di debito e deficit
In particolare, la Commissione prevede che il disavanzo di Bilancio nominale dell’Italia sarà al 4,4% del PIL nel 2024, al di sopra del valore di riferimento del trattato pari al 3% del PIL, e il rapporto debito pubblico/PIL al 140,6% del PIL nel 2024, al di sopra del valore di riferimento del trattato del 60% del PIL ma 6,5 punti percentuali al di sotto del rapporto di fine 2021. Ritiene dunque che il paese abbia compiuto progressi limitati per quanto riguarda gli elementi strutturali delle raccomandazioni di Bilancio formulate dal Consiglio il 14 luglio 2023, invitando le autorità italiane ad accelerare questi progressi.
Usare lo stop ai sussidi sull’energia per ridurre il deficit
La Commissione, come raccomandato dal Consiglio, invita gli Stati membri a eliminare gradualmente le misure a sussidio dell’energia stabilite nel 2022 all’indomani dell’invasione russa in Ucraina e a utilizzare i relativi risparmi per ridurre il disavanzo pubblico. Austria, Belgio, Croazia, Germania, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovacchia, però, rischiano di non essere in linea con questa parte della raccomandazione del Consiglio, poiché parte dei risparmi derivanti dalla liquidazione delle misure energetiche non viene utilizzata per ridurre il deficit pubblico.
Spesa non in linea per effetto del Superbonus nel 2023
Per quanto riguarda la spesa pubblica, il 14 luglio 2023 il Consiglio ha raccomandato all’Italia di garantire una politica di bilancio prudente, in particolare limitando l’aumento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024 a non più dell’1,3%. E, secondo le previsioni autunnali 2023 della Commissione, la spesa primaria netta finanziata a livello nazionale dell’Italia dovrebbe aumentare dello 0,9% nel 2024, un tasso inferiore al tasso di crescita massimo raccomandato. Tuttavia, scrive l’esecutivo Ue, le stime attuali della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2023 sono superiori a quanto previsto al momento della raccomandazione (dello 0,8% del PIL). Ciò è dovuto principalmente a due fattori riguardanti i crediti d’imposta per la ristrutturazione a fini di efficienza energetica degli edifici residenziali (Superbonus, ndr): le previsioni d’autunno 2023 della Commissione hanno rivisto al rialzo il loro impatto sul disavanzo del 2023 a seguito di un utilizzo superiore alle attese e che riflette le informazioni contenute nel documento programmatico di Bilancio; e modifiche legislative hanno cambiato la natura dei crediti d’imposta, il che implica che non avranno alcun impatto previsto sulla spesa del 2024. Pertanto, poiché la raccomandazione per il 2024 è stata formulata come tasso di crescita, la valutazione di conformità tiene conto anche dell’effetto base a partire dal 2023. Se la spesa netta nel 2023 fosse stata la stessa prevista al momento della raccomandazione, il tasso di crescita risultante della spesa netta nel 2024 sarebbe superiore al tasso di crescita raccomandato, pari allo 0,6% del PIL. Pertanto, si ritiene che la spesa primaria netta finanziata a livello nazionale non sia pienamente in linea con la raccomandazione.
Taglio cuneo e riforma Irpef hanno portata limitata
La valutazione sul Dpb italiano entra poi nel merito di alcune misure. Tra le principali contenute nella legge delega, il Documento di Bilancio cita la revisione e la progressiva riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, anche attraverso la riduzione delle aliquote e degli scaglioni, preservando la progressività e promuovendo l’equità orizzontale. Mentre i decreti attuativi dovranno essere adottati entro 24 mesi dalla sua adozione, nell’ottobre 2023 il governo ha adottato un decreto legislativo che prevede un primo passo attuativo nella riduzione della tassazione sul reddito per i redditi bassi e medi, unendo il primo e il secondo scaglione fiscale al livello inferiore aliquota fiscale e la revisione delle detrazioni fiscali sui redditi superiori a 50.000 euro, che al momento è legiferata solo per l’anno 2024. Questi interventi, compresa la revisione delle detrazioni fiscali, hanno una portata piuttosto limitata e non affrontano l’erosione della base imponibile, che è stata ulteriormente ridotta lo scorso anno con l’estensione del regime forfettario per i lavoratori autonomi. Il decreto legislativo di ottobre prevede inoltre l’abolizione della possibilità per le imprese di detrarre dal reddito imponibile (ACE) parte del rendimento figurativo dei nuovi apporti di capitale proprio, che dovrebbe aumentare il costo del capitale e la distorsione del debito nelle imprese. Nel complesso, i frequenti cambiamenti nella politica fiscale aumentano l’incertezza nell’economia, rendendo il sistema fiscale più complesso e aumentando l’onere sulle imprese e sulle famiglie adempienti.
Pensioni e natalità costano lo 0,7% del Pil
Secondo le previsioni della Commissione, tenendo conto delle informazioni contenute nel documento programmatico di Bilancio, le misure adottate per mitigare l’impatto economico e sociale dell’aumento dei prezzi dell’energia dovrebbero essere ridotte entro la fine del 2023, con un impatto di riduzione del deficit nel 2024 pari all’1% del PIL. Allo stesso tempo, il documento programmatico di Bilancio comprende diverse misure nuove ed estese in termini di entrate e spesa per il 2024 che non sono direttamente correlate all’andamento dei prezzi dell’energia. La Commissione stima che il costo aggregato di queste misure sarà pari allo 0,7% del PIL nel 2024 e si prevede che la maggior parte di esse avrà un effetto permanente. Tra queste figurano, dal lato delle entrate, la proroga al 2024 dei tagli ai contributi previdenziali per le persone a reddito medio-basso; una detrazione fiscale per le imprese che assumono dipendenti a tempo indeterminato; e un primo passo della riforma fiscale generale che fonde il primo e il secondo scaglione di imposta sul reddito, aumenta l’area no-tax e rivede le detrazioni fiscali sui redditi alti. Sul lato delle spese, la bozza di Bilancio prevede fondi aggiuntivi per il rinnovo dei contratti pubblici 2022-2024 (anche per il settore sanitario), la proroga al 2024 di alcuni regimi di prepensionamento (con alcune modifiche), misure volte a sostenere la natalità e fondi aggiuntivi per il settore sanitario, gli enti locali e le aree colpite dalle inondazioni nel maggio 2023. Queste misure sono in parte compensate da risparmi di spesa insieme a una limitata revisione della spesa per le pubbliche amministrazioni, nonché ad alcune piccole misure di aumento delle entrate.
Gentiloni: “No bocciatura ma invito a prudenza”
“Per definizione abbiamo un rapporto costruttivo, con il governo italiano così come i governi dell’Ue in generale. Nel caso del disegno di legge di Bilancio la nostra opinione dice che non è pienamente in linea con le raccomandazioni: non si tratta di una bocciatura ma di un invito alla prudenza di Bilancio e un invito a usare al meglio le risorse comuni europee. Penso che la valutazione del Dpb italiano sia molto chiara, non una bocciatura ma un invito in quelle due direzioni”, ha commentato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni.
Gentiloni: “No invito a manovra correttiva ma a nuove misure”
“I nostri inviti sono uniformi per i vari gruppi di paesi. Quelli che non sono pienamente in linea sono nove, sono inviti a prendere le misure opportune ma non a fare manovre correttive“, ha poi precisato l’ex premier italiano.
Giorgetti: “Giudizio previsto, avanti con sano realismo”
“Accogliamo il giudizio della Commissione. Tutto come previsto: nonostante l’eredità dell’impatto negativo di energia e superbonus andiamo avanti con sano realismo”. Così il ministro dell’economia e finanze Giancarlo Giorgetti commenta il giudizio espresso dalla Commissione Europea sulla manovra.
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