La spesa media mensile per il primo anno di vita del bambino si aggira intorno ai 353 euro. Cifre più alte solo in Messico e Stati Uniti

Cento euro in più. A tanto ammonta la spesa che le famiglie italiane dovranno sostenere nel primo anno di vita del neonato, in seguito alla scelta del governo Meloni di non mantenere l’Iva sui pannolini e i prodotti per l’infanzia al 5%, alzando l’aliquota al 10%. Secondo i calcoli elaborati per LaPresse da Adoc ed Eures, la spesa “invece di ridursi per favorire l’auspicato aumento della natalità, registrerà un ulteriore rincaro, che si aggiunge agli aumenti che, per effetto dell’inflazione, i prodotti per la prima infanzia già subiscono in misura superiore al resto del carrello della spesa”.

L’Italia è uno dei paesi dove fare figli costa di più, l’Adoc evidenzia infatti come “in particolare gli alimenti per la prima infanzia hanno registrato negli ultimi 8 mesi incrementi a doppia cifra (con un rincaro medio del 15% rispetto all’anno precedente) a fronte di un indice generale attualmente stimato al +5,3%”. Senza considerare che “già ora le famiglie spendono mediamente nel primo anno di vita del proprio figlio la ragguardevole cifra di 2.000 euro soltanto per pannolini (936 euro) e latte in polvere (1.027 euro)”. 

In Italia è (già) spesa record 

Brutta sorpresa per le famiglie italiane. La legge di bilancio 2024 non proroga la riduzione Iva per i pannolini e i prodotti per i neonati, che passerà dal 5% al 10%. Un aumento che sta scatenando polemiche, malumori e proteste. Politiche, ma non solo. Le associazioni che rappresentano le famiglie, i consumatori, le mamme soprattutto, promettono battaglia. Da Roma a Milano, da Pescara a Firenze, da Modena a Verona, da Trento a Bolzano, da Bergamo a Bari, da Cagliari a Palermo, insomma in tutta Italia da Nord a Sud, sono infatti previste mobilitazioni e proteste. Ma quanto spende oggi solo per il ‘cambio del neonato’, e nonostante l’Iva al 5%, una famiglia italiana in pannolini, creme, e salviettine igieniche? Secondo quanto emerge dalle rilevazioni del sito americano ‘Play Like Mum’ che si occupa di vendita di prodotti per l’infanzia, la spesa media mensile per il primo anno di vita del bambino si aggira intorno ai 353 euro. Un dato che ci fa salire sul podio dei Paesi più cari. Più di noi gli Stati Uniti, dove si spendono 359 euro, mentre il paese dove la spesa per il cambio pannolino è da record è invece il Messico, dove si superano di poco i 600 euro. La rilevazione è stata fatta considerando che un neonato medio consuma circa 10 pannolini al giorno e oltre 1.200 salviette per neonati al mese. 

Lo stop all’Iva al 5% per i prodotti per l’infanzia deciso con la precedente manovra e non confermato, secondo i dati riportati dall’Adoc, Associazione Difesa e Orientamento dei Consumatori, “ha evidentemente contribuito alla significativa flessione del costo dei pannolini, calato in un mese del 13,9% (passando da 6,45 a 5,66 a gennaio 2023), e mantenendosi stabile al di sotto dei 6 euro fino ad aprile 2023”.Infatti “negli ultimi 12 mesi (aprile 2022-aprile 2023) è possibile osservare un andamento del prezzo medio fortemente crescente fino al mese di dicembre 2022 e una significativa flessione a partire dal mese di gennaio 2023. Il valore più alto raggiunto si registra nel mese di agosto 2022 (quando una confezione di 20 pannolini arrivava a costare in media 6,62 euro), mantenendosi al di sopra dei 6 euro fino a dicembre 2022”. Secondo l’Adoc “rapportando il consumo medio giornaliero di pannolini per bambino (da 5 a 9 pannolini, in base alla fascia di età) al costo medio in commercio di una scatola di 20 pannolini, la spesa annua che ogni famiglia deve affrontare per bambino ammonta ancora oggi a 726 euro”.

‘no aumento Iva su pannolini’, flash mob in tutta Italia

Monta la protesta contro la norma della legge di Bilancio che intende riportare al 10 per cento l’Imposta sul valore aggiunto (Iva) per i prodotti igienico-sanitari femminili e per i prodotti legati alla prima infanzia. Da Nord a Sud, da Milano a Roma, da Pescara a Firenze, da Modena a Verona, da Trento a Bolzano, da Bergamo a Bari, da Cagliari a Palermo, domani sono in programma flash mob e manifestazioni in piazza. L’appuntamento è alle 17 a Firenze in Piazza della Signoria, a Verona a Piazza dei Signori, a Velletri a Piazza Cairoli e in molte altre piazze italiane dove ci saranno dei flash mob “per dire no a qualsiasi passo indietro. Da qualunque piazza d’Italia tocca a noi far sentire la nostra voce”, si legge sulla pagina Facebook dell’associazione ‘Tocca a noi’ nata nel 2021 con l’obiettivo di promuovere la partecipazione ai temi civili e sociali. Il movimento negli anni scorsi “è sceso in campo contro la ‘TamponTax’ per far dialogare istituzioni, associazioni e cittadini e il lavoro di squadra ha permesso un intervento, di livello nazionale, con la riduzione dell’Iva sui prodotti igienico-sanitari per donne e bambini al 10 per cento nel 2021 e al 5 per cento lo scorso anno”.”Un anno dopo, tre passi indietro: il Governo Meloni vuole riportare l’IVA al 10% sui prodotti igienico-sanitari costringendoci a tornare sulla strada dell’iniquità economica e sociale. È il momento di scendere nuovamente in campo, di unire il reale al virtuale, perché Tocca a Noi lottare per garantire il libero accesso a prodotti di prima necessità e tutelare il diritto ad una giusta e sana cura del proprio corpo”, continuano gli organizzatori. “Questa proposta compromette un risultato parziale ma importante che eravamo riusciti a raggiungere insieme. Un passo in avanti che avevamo ottenuto unendo istituzioni e piazze, sia reali che virtuali, generi e generazioni, lungo tutta la penisola”, continua l’associazione. 

Aumento Iva su pannolini e assorbenti, è polemica social 

Scoppia sui social la protesta contro la legge di bilancio 2024 e contro la norma che non proroga la riduzione Iva per i pannolini, i prodotti per i neonati e gli assorbenti femminili, che passeranno dal 5% al 10%.Un aumento che sta scatenando polemiche, malumori e proteste soprattutto da parte delle donne. “Ora, io non pretendo di avere determinati prodotti gratis, ci mancherebbe altro, in qualche modo gli stipendi in Parlamento li dovrò pur pagare, ma una cosa la pretendo: che quella che si definisce con tanto onore ‘la prima donna presidente del Consiglio’, porti più rispetto alle donne, mamme, e figlie, come lo è lei”, si legge sui social. E ancora “Grazie mamma Giorgia”. Mentre un’altra donna scrive su Twitter: “aumentano l’Iva sui pannolini, loro che sono per il sostegno alle famiglie o non tolgono le accise sulla benzina come promesso, non è mai colpa loro!”. “C’è un piccolo dettaglio che forse è sfuggito a chi si è trovato riunito a decidere: io posso decidere se fumare o meno, ma purtroppo, non posso decidere se avere il ciclo oppure no, o se allattare mio figlio al seno o dover comprare il latte in polvere”, si legge in un altro post. 

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