Ben 626 euro per una singola, cresce l'offerta nelle 'città-satellite'

Milano frena leggermente la corsa verso il caro affitti per gli studenti universitari ma è ancora la città più costosa d’Italia con 626 euro per una camera singola (+1% sul 2022). Segue Bologna (482 euro/mese +8%), che per la prima volta sorpassa Roma stabile nei prezzi 463 euro). In quarta posizione c’è Firenze con i suoi 435 euro. Quasi appaiate Modena e Bergamo, 412 euro e 411 euro rispettivamente. Superano appena la soglia dei 400 euro anche Padova e Verona (404 euro e 401 euro, rispettivamente). Poco al di sotto di questa cifra, chiudono la top 10 Venezia (396 euro) e Brescia (385 euro). È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights, società del gruppo di Immobiliare.it, il portale specializzato in big data e market intelligence per il settore Immobiliare, diffuso oggi in relazione al nuovo anno accademico che sta per cominciare.

La domanda di alloggi degli studenti universitari continua a crescere trainando al rialzo i canoni d’affitto – sottolinea il report – influenzata dalla coda lunga dei rientri post-Covid: la richiesta per le singole è infatti salita del 27% rispetto al 2022.

Ancora rincari degli affitti nelle principali città universitarie e un aumento dell’offerta abitativa “molto importante soprattutto nei centri satellite, come Brescia (+75%), Latina (+68%), Bergamo (+49%), che ora si propongono come alternativa ai poli di maggiore dimensione, grazie anche alla presenza di collegamenti con la grande città e un’offerta didattica spesso similare”, spiega ancora il rapporto.”L’attenzione degli ultimi mesi verso la tematica del caro affitto che ha coinvolto in maniera trasversale i principali poli universitari italiani, ha sortito l’effetto di risvegliare l’interesse dei piccoli proprietari verso un mercato, quello delle stanze, appunto, percepito come più redditizio, sicuro e reattivo rispetto a quello tradizionale – afferma Carlo Giordano, Board Member di Immobiliare.it – Nel lungo periodo vedremo anche i risultati degli investimenti previsti dal Pnrr oppure nuove iniziative private di sviluppo per gli studentati, ma nel breve è la piccola proprietà ad aver compreso l’opportunità di proporre i suoi immobili in un’ottica di condivisione, raccogliendone i vantaggi”. “Questa crescita degli alloggi disponibili – conclude Giordano – porterà a un miglior equilibrio tra domanda e offerta che, finalmente, darà un freno alla risalita dei canoni di locazione”.

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