Il presidente Nastasi in audizione alla Camera: "Abbiamo chiesto alcuni dati, non ce li hanno mai forniti"
Ancora niente accordo tra Meta e la Siae per riportare le canzoni degli artisti italiani sui social network del gruppo come Facebook e Instagram. Sul tema ha tenuto un’audizione davanti alle Commissioni riunite Cultura e Trasporti della Camera Salvatore Nastasi, presidente della società che tutela i diritti d’autore in Italia. “Dopo la scadenza della licenza, abbiamo chiesto alcuni dati a Meta, non ce li hanno mai voluti fornire. Dati che servono per determinare il giusto compenso per i nostri autori, perché noi rappresentiamo 100mila autori ed editori italiani. All’improvviso, a trattativa in corso, loro hanno detto ‘se oggi alle 18 non avrete accettato le nostre condizioni, tutti i contenuti italiani saranno rimossi’. Così, come un dittatore nordcoreano, premendo un bottone. Non potevamo accettare la loro proposta senza avere mai avuto da loro un solo dato di quelli che chiedevamo. Ho il sospetto che dietro tutto questo ci siano anche problemi economici che non hanno nulla a che fare con l’Italia”, queste le sue dichiarazioni.
“Battaglia non economica ma culturale”
Nastasi ha aggiunto: “La battaglia che stiamo cercando di intraprendere da soli non è quindi solo economica, ma culturale perché cerchiamo di tutelare l’industria creativa italiana. Siamo la sesta collecting del mondo, ma rispetto a un colosso come Meta ovviamente siamo molto piccoli”.
“Il problema è anche più vasto, perché i ragazzi non si preoccupano di non trovare più i brani italiani e automaticamente scelgono per i loro contenuti brani di altri Paesi. E questo è un danno grandissimo”, ha proseguito.
“Non possiamo valutare cifre senza avere i dati”
Il presidente della Siae ha spiegato che la società non può valutare la cifra offerta dalla big tech (“che noi riteniamo comunque bassissima”), “se loro non ci forniscono i dati che abbiamo richiesto, perché non abbiamo le basi sulle quali calcolare”. Nastasi ha aggiunto che la cosa che più manca in questo momento è “la trasparenza”, perché per la direttiva europea “le piattaforme hanno l’obbligo di dichiarare a Siae una serie di informazioni fondamentali, necessarie per definire il giusto compenso degli autori”, dati che, ha insistito, non hanno mai fornito.
“Abbiamo bisogno del sostegno del Parlamento”
“Stiamo resistendo nel confronto con Meta ma non possiamo farlo all’infinito. Dovremmo essere messi in condizione di trattare alla pari e il Governo ci è stato vicino, è intervenuto il ministro Sangiuliano, sono intervenuti parlamentari di diversi gruppi politici e questo ci ha fatto piacere. Una risoluzione parlamentare ci può aiutare ulteriormente perché darebbe più forza al Governo di intervenire. Spingere politicamente per costringere un colosso come Meta, che non rispetta la direttiva europea, a darci i dati e a sedersi al tavolo è molto importante e siamo qui per chiedervelo”, ha continuato Nastasi. “Noi non ci siamo mai alzati dal tavolo della trattativa e speriamo che, nonostante il loro comunicato e le loro minacce, la trattativa possa andare avanti”, ha aggiunto.
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