Il Coreper, l'organo che riunisce gli ambasciatori Ue, tornerà sulla questione a tempo debito. Meloni: "Un successo italiano"
Il Coreper, l’organo che riunisce gli ambasciatori Ue, ha deciso di rinviare il voto previsto per oggi sullo stop ai motori termini dal 2035. Il punto è stato tolto anche dall’agenda del Consiglio del 7 marzo, che doveva dare l’approvazione finale e verrà rimandato a una successiva sessione del Consiglio. Il Coreper tornerà sulla questione a tempo debito. Lo comunica il portavoce della Presidenza svedese del Consiglio Ue, Daniel Holmberg.
Meloni: “Un successo italiano”
“Il rinvio, a data da destinarsi, del voto alla riunione degli ambasciatori Ue sul Regolamento che prevede lo stop dal 2035 alla vendita di auto nuove diesel e benzina è un successo italiano“. Così su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “La posizione del nostro governo è infatti chiara: una transizione sostenibile ed equa deve essere pianificata e condotta con attenzione, per evitare ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale. La decisione del Coreper di tornare sulla questione a tempo debito va esattamente nella direzione di neutralità tecnologica da noi indicata“, aggiunge Meloni, secondo la quale è “giusto puntare a zero emissioni di Co2 nel minor tempo possibile, ma deve essere lasciata la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile. Questo vuol dire non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico. È questa la linea italiana che ha trovato largo consenso in Europa”, conclude la premier.
Pichetto: “Rinvio Ue stop benzina positivo, Italia in prima fila”
“Il nuovo rinvio in sede Ue sulla decisione riguardante lo stop ai motori termici al 2035 tiene giustamente conto di una forte resistenza di alcuni Paesi europei, con l’Italia in prima fila, a un’impostazione del Regolamento troppo ideologica e poco concreta”. Lo scrive il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, commentando il rinvio a data da destinarsi dell’espressione del parere da parte del “Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea” sul Regolamento Ue che blocca la produzione e la commercializzazione dei veicoli alimentati a benzina e diesel dal 2035.
“L’Italia – prosegue Pichetto – ha una posizione molto chiara: l’elettrico non può essere l’unica soluzione del futuro, tanto più se continuerà, come è oggi, ad essere una filiera per pochi. Puntare inoltre sui carburanti rinnovabili – spiega il Ministro – è una soluzione strategica e altrettanti pulita, che consente di raggiungere importanti risultati ambientali evitando pesanti ripercussioni negative in chiave occupazionale e produttiva”.“La decarbonizzazione del settore dei trasporti, che resta obiettivo prioritario – aggiunge Pichetto – deve tenere conto delle peculiarità nazionali e di tempistiche compatibili con lo sviluppo del settore dell’automotive. Ci auguriamo che questa pausa consenta anche ad altri paesi e alle stesse istituzioni europee una ulteriore riflessione su un tema così importante per cittadini e imprese“.
Commissione Ue: “Discussioni con Stati su preoccupazioni emerse”
“Ci impegniamo ad attuare attentamente il ‘considerando'” della Germania di escludere i biocombustibili sintetici dal bando per i veicoli inquinanti dal 2035 “non appena possibile, per il momento stiamo esaminando i modi migliori per attuarlo e siamo ovviamente in contatto con gli Stati membri”. Lo afferma la portavoce della Commissione europea, Dana Spinant, nel briefing quotidiano con la stampa, rispondendo a una domanda sul rinvio dello stop ai motori termici da parte del Consiglio Ue. “Su questo stiamo discutendo le preoccupazioni che esistono in relazione all’attuazione dei considerando e delle altre preoccupazioni più recenti che sono state espresse più di recente”, ha precisato. “Vogliamo capire meglio queste preoccupazioni prima di decidere quale sia il modo migliore di procedere e come possano essere soddisfatte. Sarebbe quindi prematuro rispondere alla domanda su quale direzione intrapredneremo, ma stiamo discutendo e stiamo ascoltando attentamente le preoccupazioni per un’attenta attuazione di tale considerando”, ha aggiunto rispondendo a chi chiedeva come la Commissione avrebbe proseguito l’iter di uno dei provvedimenti cardine del Green deal.
Produttori Ue: “Pronti a transizione in elettrico”
“L’industria automobilistica dell’Ue è inequivocabile e pienamente impegnata ad affrontare il cambiamento climatico il più rapidamente possibile, lavorando con tutti i partner. Sta facendo del suo meglio per investire massicciamente nell’elettrificazione, costruire la catena del valore verticale, mantenere i posti di lavoro e aiutare l’Ue a rimanere competitiva. Con l’inflazione in aumento e il prezzo delle batterie in aumento per la prima volta in oltre un decennio, l’accessibilità economica rischia di diventare un ostacolo maggiore nella transizione verso emissioni zero. I responsabili politici devono quindi affrontare anche le emissioni della flotta esistente di veicoli su strada”. Lo riferisce a LaPresse un portavoce dell’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea), commentando lo stop al Consiglio Ue al regolamento che vieta le auto a motore termico dal 2035. L’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea) rappresenta i 14 principali produttori europei di automobili, furgoni, camion e autobus: BMW Group, DAF Trucks, Daimler Truck, Ferrari, Ford of Europe, Honda Motor Europe, Hyundai Motor Europe, Iveco Group , Jaguar Land Rover, Mercedes-Benz, Gruppo Renault, Toyota Motor Europe, Gruppo Volkswagen e Gruppo Volvo.
“Stiamo monitorando attentamente le discussioni a livello di Consiglio e siamo fiduciosi che il processo legislativo farà il suo corso” aggiunge un portavoce dell’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea), dopo la posizione contraria di Italia, Polonia e Bulgaria e la possibile astensione della Germania. “Acea prende atto che l’accordo finale sulla CO2 include riferimenti al possibile ruolo futuro dei combustibili rinnovabili nel settore dei trasporti – prosegue il portavoce -. Riteniamo che l’apertura tecnologica rimanga essenziale per mantenere l’agilità necessaria a rispondere a diverse esigenze e ad adattarsi alle mutevoli circostanze. Come dimostra l’attuale crisi energetica, la diversificazione è essenziale per migliorare la resilienza dell’Europa. Alla fine, si tratta di tagliare le emissioni, non di sbarazzarsi di una tecnologia”.
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