I gestori dei distributori dei carburanti lanciano lo sciopero (anche in autostrada) di due giorni per il 25 e il 26 gennaio. E, subito, arriva la convocazione delle organizzazioni sindacali da parte di Palazzo Chigi. Intanto – mentre i prezzi di benzina e diesel continuano a girare sui 2 euro al litro – l’ufficio studi di Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni, diffonde un rapporto in cui fa presente che la cancellazione delle accise – in modo “strutturale” e non quello che è stato fatto da Mario Draghi – resta un obiettivo del governo: però sarà possibile raggiungerlo “nel medio periodo quando le politiche economiche che verranno messe in campo faranno aumentare la crescita; se prima non si risana l’economia italiana ogni intervento sul taglio delle tasse è effimero”.

Il rapporto di Fratelli d’Italia – messo a punto negli uffici di via della Scrofa, dove si racconta per esempio di come “nel 2022 la decisione di tagliare le imposte sui carburanti sia costata circa 7 miliardi, una cifra vicina alla spesa annuale” del Reddito di cittadinanza – ricorda che “nessun governo ha la bacchetta magica” e che “allo stato attuale” il governo Meloni “non ha affatto un ampio margine di manovra”; anzi, “deve fare delle scelte” che in questa fase sono ricadute sugli aiuti alle “fasce più deboli” per contrastare il caro-bollette. Questo anche alla luce del fatto che i prezzi dei carburanti sono tornati “da tempo a livelli più sostenibili”.Un elemento di equilibrio prova a inserirlo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Il governo ha approvato un decreto per fare un’operazione trasparenza sui prezzi e rafforzare i poteri di controllo e sanzionatori contro le speculazioni. Monitorerà la situazione relativa ai livelli dei prezzi della benzina per verificare se l’andamento sia coerente con l’andamento dell’offerta o da comportamenti speculativi. Dopodiché, valuterà ulteriori iniziative”.

Ma è proprio lo spirito del decreto che non va giù a Assopetroli-Assoenergia e ai sindacati. In un messaggio – in cui da un lato si dà la colpa dell’aumento dei prezzi dei carburanti al fisco e dall’altro si parla di “clima deprecabile” e di “brutta pagina da riscrivere” – viene espressa preoccupazione per il settore: “Desidero esprimere vicinanza, comprensione e sostegno – scrive il presidente di Assopetroli-Assoenergia Andrea Rossetti, rivolgendosi a Figisc, Faib, Fegica – in merito alle ragioni che vi hanno determinato a indire lo stato di agitazione. Il disagio che esprimete pubblicamente è condiviso dall’intera nostra categoria”. Per la Fegica Cisl è “necessario ristabilire un principio di verità: non siamo noi che abbiamo aumentato i prezzi, non sarà un ‘cartello’ ad abbassarli. Non si capisce come questo possa portare ad un abbassamento dei prezzi”. Infine, anche in vista dell’incontro – cui saranno presenti anche Giorgetti e il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso – il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano mette in chiaro che “non c’è nessuna ondata di fango nei confronti dei titolari” dei distributori di benzina.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata