La denuncia dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani: "Per chi vive nelle località più piccole del nostro paese, il problema dei disservizi postali è un tema serio"
Per chi vive nelle località più piccole del nostro paese, il problema dei disservizi postali è un tema serio. A denunciarlo è Franca Biglio, presidentessa dell’Anpci, l’Associazione Nazionale Piccoli Comuni di Italia. “Ci sono problemi che vanno avanti da tempo, la popolazione che vive nei piccoli comuni è rassegnata. Il motto ‘razionalizzare per efficientare’ utilizzato negli ultimi anni ha significato purtroppo togliere servizi, non impostare nuove modalità di assicurarli a favore dei cittadini”, spiega Biglio, che è anche sindaco di Marsaglia, in provincia di Cuneo. “Il servizio è stato tagliato negli orari da anni, e negli ultimi anni il quadro non è migliorato”, sottolinea Biglio. “Un comune fortunato ha l’ufficio postale aperto tre giorni alla settimana a giorni alterni, quello meno fortunato due volte alla settimana. Spesso ci sono poi problemi tecnici, come computer che non funzionano, che non permettono che il servizio sia sempre garantito alla perfezione”.

Esiste poi il problema di un organico decisamente carente, denuncia Biglio. “I portalettere non riescono a recapitare la posta nei piccoli comuni tutti i giorni, e non è detto che quando ci riescono, il loro arrivo coincida con la giornata di apertura dell’ufficio postale”. Una raccomandata può essere ritirata anche dopo 4 giorni, esemplifica la presidentessa dell’Anpci. “Nel mio comune, ad esempio, l’ufficio postale è aperto lunedì, mercoledì e venerdì: se un avviso di giacenza viene recapitato il lunedì, il martedì l’ufficio è chiuso, quindi si va al mercoledì per ritirarlo. Ma può capitare che la raccomandata sia in altri uffici di comuni vicini, che fanno da riferimento per le consegne. Si fa dunque richiesta di inviarla all’ufficio del proprio paese, ma se giovedì l’ufficio è chiuso, la raccomandata si ritira solo venerdì”, spiega Biglio.
I portalettere, inoltre, prosegue la presidentessa dell’Anpci, “hanno diversi comuni da coprire, devono correre come pazzi, e spesso hanno bisogno di tempo anche per capire come muoversi, visto che si tratta di territori su un’area molto vasta. Così il servizio non funziona”. Per risolvere la situazione, denuncia allora Biglio, “servirebbe aumentare gli organici, ridurre il territorio da coprire, aprire gli uffici tutti i giorni, nonostante questo abbia ovviamente un costo maggiore rispetto a comuni più grandi. Ma va sottolineato che il 75% del territorio italiano è controllato, gestito e monitorato dai piccoli comuni: siamo un’istituzione indispensabile”.
I comuni rappresentati nell’Anpci comprendono del resto circa 10 milioni di abitanti, pari al 18% della popolazione italiana. “Una cifra importante di popolazione, che rende un grande servizio allo Stato, ma che è piccola a livello politico e quindi non interessa a nessuno”, chiude sconsolata Biglio.
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