La crisi di governo con il premier Mario Draghi che chiede il voto di fiducia a ridosso della chiusura dei mercati affonda non solo la politica italiana ma anche la Borsa di Milano. Piazza Affari chiude con un pesante calo dell’1,6% (a 21.348 punti) una lunga giornata vissuta col fiato sospeso e in altalena con gli occhi puntati sul Draghi Day e sulle parole del presidente del Consiglio al Senato e sulle reazioni dei partiti.
A subire i contraccolpi di una crisi di governo che degenera è stato anche il mercato obbligazionario. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha chiuso la giornata a 215 punti base (rendimento del decennale italiano 3,34%). Il differenziale stamane aveva aperto a 199 punti base, per poi salire e scendere e risalire nuovamente. Un su e giù che ha portato lo spread a toccare 220 punti base.
Tornando all’azionario, più colpiti dalle vendite a Milano sono stati i titoli delle banche, complice anche lo spread in salita. Intesa Sp ha registrato in chiusura -3,51%, Unicredit -2,77%, Bper -2,86%. Accusano il colpo anche gli energetici con Saipem che cede il 3,89% e Italgas il 4,18%. Trend inverso per StMicrolectronics che guadagna +2,24%. Telecom porta a casa + 0,79%.
Tra i finanziari a Piazza Affari, nella lunga giornata di Draghi, gli sguardi sono rimasti rivolti anche su Mediobanca (-1,15%) e Generali (-2,86%), che avevano iniziato la seduta in territorio positivo il giorno seguente alle parole di Francesco Milleri, presidente di Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio azionista delle due società con oltre il 19% e quasi il 10%, che alla stampa aveva detto che l’obiettivo è una crescita organica. Delfin nell’assemblea del Leone di aprile aveva espresso il suo voto per la lista di Francesco Gaetano Caltagirone, presentata contro quella del cda, appoggiata da Mediobanca, che alla fine ha avuto la meglio vedendo confermato Philippe Donnet come amministratore delegato.
Chiusura sempre in negativo, ma con un rosso decisamente più pallido per le Borse europee in attesa delle decisioni di giovedì del direttivo della Bce sui tassi e sullo scudo anti-frammentazione. Il Cac di Parigi perde lo 0,27% a 6.184,66 punti, il Dax a Francoforte arretra dello 0,21% a 13.280,91 punti e il Ftse 100 di Londra cala dello 0,41% a 7.266,10 punti.
E sullo scenario delle mosse dell’Eurotower su cui i listini europei puntano il faro, si cimentano gli analisti. “Dalla Bce sui tassi di interesse “un rialzo di 25 punti base questa settimana sembra più o meno un evento acquisito. Si tratta del primo rialzo della BCE dal 2011 e porterà il tasso sui depositi da -0,5% a -0,25%. Ci aspettiamo un altro rialzo nella riunione di settembre, nella quale potrebbe essere necessario un “incremento maggiore”, commenta Peter Goves, di MFS Investment Management.
Sul fronte materie prime, il prezzo europeo del gas oggi ha continuato a viaggiare dall’alto in basso, mettendo in evidenza tutta la volatilità rilevata da mesi. E sulla piazza di Amsterdam, l’hub olandese mercato di riferimento per l’Europa, la quotazione al TTF ritorna verso il basso a 156 euro al Megawattora. Per quanto riguarda il petrolio il contratto Brent di settembre vale 100,34 dollari, in calo dello 0,40%.