Secondo il commissario europeo all'Economia il rispetto delle tempistiche sul Piano nazionale di ripresa e resilienza è centrale per il nostro Paese

“Come in tutta l’Europa c’è un rallentamento della crescita ma possiamo evitare la recessione”. A parlare è il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che, in occasione del festival internazionale dell’Economia di Torino, rassicura sulla situazione italiana. Centrale per il nostro Paese il rispetto delle tempistiche sul Piano nazionale di ripresa e resilienza: “Se l’Italia alza la mano e dice che ha bisogno di una proroga per il Pnrr, non sarebbe una questione di bella o brutta figura, ma sarebbe un mettere in discussione una delle svolte strategiche più importanti nella vicenda dell’Unione europea”. E rimarca: “Un conto è fare fronte alla novità un conto è dire che l’Italia non ce la può fare” a rispettare i tempi, “il governo non ci pensa per niente e l’Italia è impegnata a farlo questo Pnrr, non rimandarlo”. Il commissario precisa che non è che non ci siano dei fattori che possano giustificare qualche emendamento o qualche correzione ma “se il Paese che viene considerato il primo beneficiario da parte della Ue se ne uscisse chiedendo una proroga, penso che questa sarebbe la conclusione di questo esperimento”. Una rassicurazione arriva anche sul tema spread, visto il rialzo della differenza di rendimento tra i Btp e i Bund tedeschi, arrivato a 213 punti base in chiusura con il rendimento del decennale italiano al sul mercato secondario al 3,40% (stamattina aveva aperto a 202 punti base).

“Le oscillazioni dello spread non devono essere considerate più di quello che sono: un segnale dei mercati, ma piuttosto contenuto. Quello che dobbiamo tenere in considerazione è che l’Italia è uno dei sei Paesi europei ad alto debito. Il problema è il livello del debito che può creare instabilità nei mercati”. Sullo spread, rimarca l’ex ministro del Tesoro e presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan “mi sono fatto l’idea che il debito italiano venga visto come un fattore di criticità, come purtroppo avveniva qualche anno addietro. Quindi è un tema ulteriore da inserire in un contesto di ripresa della crescita ma anche di riduzione del debito”. Per quanto riguarda i rischi dell’inflazione collegata ai salari, Gentiloni si dice d’accordo con il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sulla necessità di evitare una rincorsa: “E’ chiaro che l’inflazione mangia il potere d’acquisto. La nostra convinzione, che mi auguro non sia ottimistica, è che tenderà a decrescere il prossimo anno, quindi credo che non si debba ignorare che l’inflazione mangi il potere di acquisto ma si debba evitare, come ha detto Visco, una rincorsa. Se uno proietta gli aumenti salariali all’aumento d’inflazione straordinaria che abbiamo adesso, che è dell’8% in eurozona”, “siccome poi l’inflazione scenderà, si rischia di alimentare una rincorsa che non bisogna alimentare. Il tema del potere d’acquisto c’è ed è affidato alle parti sociali e dovrebbe essere affidato anche all’introduzione di un salario minimo in Italia”. Il salario minimo è “indispensabile per affrontare i fenomeni crescenti di lavoro povero e penso sia molto importante un’altra direttiva che la Commissione ha adottato qualche mese fa sui diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali perché lì c’è un mondo nuovo che noi dobbiamo tutelare in quanto tale. Non è solo un problema di potere d’acquisto ma di diritti essenziali di quei lavoratori”. 

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