L'amministratore delegato Nicola Monti: "Ripensare la tassa extraprofitti, così colpisce fatturato"
(LaPresse) Ricavi in forte crescita per Edison nel primo trimestre 2022, pari a 7,1 miliardi di euro che però, anche a fronte del recupero delle attività industriali dopo le restrizioni imposte dalla pandemia, registra la forte contrazione degli utili, pari a 27 milioni di euro, contro i quasi 100 milioni del 2021, segnando un calo del 72%. Questo quanto riportato dal Consiglio di amministrazione di Edison, che nella riunione di ieri ha esaminato il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2022. Secondo la società alla base del calo, vi è “l’applicazione del decreto ‘Taglia prezzi’ (D.L. n.21 del 22 marzo 2022) e del Sostegni-ter (DL 21 marzo 2022, n.21) e del Sostegni-ter (DL 27 gennaio 2022, n.4 convertito nella legge 28 marzo 2022, n.5)”. Inoltre, segnala che “nel valore riportato, non sono inclusi gli impatti del nuovo pacchetto di misure approvato dal Consiglio dei ministri del 2 maggio”.
La posizione finanziaria netta – si legge inoltre nella nota della società – al 31 marzo 2022 evidenzia una liquidità di 226 milioni di euro (debito di 104 milioni di euro al 31 dicembre 2021). Tale esito riflette la positiva generazione di cassa dell’attività operativa, a fronte di investimenti per il rafforzamento nei business della transizione energetica.
Nel primo trimestre dell’anno il margine operativo lordo (Ebitda) di Edison è aumentato di 105 milioni di euro, a 357 milioni, pari a un incremento del 41,7% rispetto allo stesso periodo del 2021, grazie soprattutto al contributo della produzione termoelettrica, delle attività gas e di alcuni effetti non ricorrenti. Il dato emerge dall’esame condotto dal Consiglio di Amministrazione di Edison, riunitosi ieri, sul resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2022. Tale risultato – sottolinea la società – ha più che compensato il calo della produzione idroelettrica, che ha sofferto la bassa idraulicità del periodo, e l’impatto negativo del rialzo dei prezzi sulla marginalità delle vendite ai clienti finali: in questo scenario di incremento dei prezzi, Edison ha adottato azioni di protezione dei clienti che hanno pesato sulla redditività delle attività downstream.
“Le imprese che generano extraprofitti devono contribuire al contenimento dei prezzi, soprattutto per le famiglie. È un dovere. Ma la misura con cui vengono tassati non funziona: va strutturata diversamente”. Così l’ad di Edison, Nicola Monti, commentando con LaPresse i provvedimenti relativi alla tassazione degli extra-profitti degli operatori dell’energia, all’alba della pubblicazione dei conti della società al primo trimestre 2022, che nonostante le performance operative in miglioramento ha visto calare drasticamente l’utile a 27 milioni di euro, segnando così un -72% rispetto all’anno precedente. Se l’obiettivo dell’esecutivo è colpire gli extraprofitti, la strategia deve essere un’altra: “Si dovrebbe ad esempio aumentare la pressione fiscale, aumentando l’Irap o l’Ires”, ipotizza Monti, spiegando che in questo modo si colpirebbe il bersaglio, e cioè “‘utile netto”. Ad oggi, invece, il decreto “sembra quasi un’imposta sul fatturato, più che sul profitto”. “Il decreto di marzo era stato presentato dal Governo come un prelievo sui profitti ‘extra’, ma in realtà – osserva – assume le fattezze di una decurtazione, molto visibile, sui profitti. Una riduzione dell’utile così forte mostra che il provvedimento ha un impatto del tutto sproporzionato rispetto agli obiettivi”. La contrazione ha risentito, peraltro, di una tassazione al 10%, che il 2 maggio il Consiglio dei ministri ha portato al 25% nel dl aiuti. Sul punto, l’ad di Edison è chiaro: “È un ulteriore inasprimento. Aspettiamo di valutare il testo definitivo per tirare le somme, ma sicuramente ci sarà un impatto ancor più penalizzante, presumo raddoppiato”, avverte.
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