Tramonta la moda dei compact disc, rinasce il vecchio 33 giri. Ma il vero traino della ripresa dell'industria musicale è il consumo online
Se sta tramontando la moda dei cd, quella dei vinili sembra vivere, invece, un nuovo rinascimento. Ma il vero traino della ripresa dell’industria musicale – e il futuro verso cui ci si muove – è lo streaming, e più in generale il digitale. Stando all’ultimo aggiornamento pubblicato oggi dall’Istat, infatti, i compact disk “sono usciti dal paniere Istat per l’inflazione 2022: la spesa sostenuta dalle famiglie risulta in forte calo dal momento che il prodotto è stato superato da altri, con analoghe finalità ma di tecnologia più evoluta”. Questo, però, non è necessariamente un male per il comparto.
“Quello dei cd era un trend in calo da diversi anni, soprattutto dopo la forte contrazione delle vendite registrata nel 2020 a fronte dei vari lockdown e della conseguente chiusura dei negozi fisici”, ha commentato Enzo Mazza, Ceo della Federazione musicale italiana (Fimi), intervistato da LaPresse. Questo perché il mercato italiano, come quello internazionale, è ormai “dominato dallo streaming”. Già nel 2020 – annus horribilis per molti settori, tra cui quello musicale – l’Italia mostrava una decisa affermazione dei consumi digitali, che, come riportano i dati raccolti da Fimi, registravano una notevole impennata negli abbonamenti streaming premium, con un incremento dei ricavi pari al 29,77%, superando i 104 milioni di euro. E, nel 2021, sono stati 479 gli album che hanno superato la soglia dei 10 milioni di streaming. Si tratta di 302 artisti in totale: “una crescita di grande rilevanza rispetto a dieci anni prima”. Allo stesso modo, sono cresciuti i volumi per lo streaming premium i volumi, segnando un aumento del 42%.
Ma anche i negozi fisici sono tornati a crescere, trainati dalla domanda di vinili, che nel 2021, con incremento esplosivo del 189%, hanno scavalcato i cd per la prima volta dopo vent’anni. “In un certo senso – spiega Mazza – la crescita del vinile segue quella dello streaming, perché i fan, insieme al contenuto dematerializzato, vogliono un contatto fisico con la musica. E il vinile, rispetto al cd, è un oggetto con una caratterizzazione visuale più forte. Tant’è che infatti non piace solamente agli adulti nostalgici, ma anche ai giovani”.
“Ora quello che ci aspettiamo, è che il trend dell’industria musicale prosegua su questo tracciato, con la discesa del Cd e la salita dello streaming, insieme alla crescita del vinile come settore di nicchia”, prosegue il Ceo di Fimi. Il futuro del settore è quindi assolutamente digitale: “stiamo andando verso un mercato dove i consumi streaming superano l’80% e che è anche aperto ad ulteriori e diversi scenari di innovazione tecnologica”, puntualizza Mazza. Un esempio pratico è rappresentato dalla “sostanziale democratizzazione dell’arte” portata proprio dallo streaming, che ha dato “maggiori possibilità ai nuovi artisti di emergere e di avere successo: anche i ricavi infatti stanno crescendo, sebbene ci troviamo ancora in una fase ‘di sviluppo’ di questo fenomeno”.
La trasformazione digitale che si sta completando, secondo la Federazione, porta quindi ad una generale ripresa del mercato, raggiungendo anche in Italia il grande pubblico, come si vede anche dagli ultimi dati sugli ascolti di Sanremo, molto alti anche tra i giovani. “Un dato sicuramente positivo – dice Mazza – considerando le difficoltà e i numerosi cambiamenti vissuti dal settore negli ultimi anni”.
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