Al momento la due diligence stimata dovrebbe durare quattro settimane e deve ottenere l'ok dei "soggetti istituzionali rilevanti", e passare il vaglio del 'golden power' del Governo

Quattro ore di cda straordinario, per prendere atto dell’offerta pubblica di acquisto “amichevole” del fondo Kkr, per l’acquisizione del 100% delle azioni ordinarie e di risparmio di Tim. Obiettivo il delisting. Tim ha reso noto che Kkr mira a ottenere “il gradimento degli amministratori della società e il supporto del management”.

Al momento la due diligence stimata dovrebbe durare quattro settimane e deve ottenere l’ok dei “soggetti istituzionali rilevanti”, e passare il vaglio del ‘golden power’ del Governo. L’offerta di Kkr prevede un prezzo “non vincolante, anche meramente indicativo” di 0,505 euro per azione ordinaria o di risparmio, da pagare interamente per cassa. Tim verrebbe così valutata intorno agli 11 miliardi di euro, circa il 45% in più rispetto al valore della società alla chiusura della Borsa venerdì.

Dal Tesoro si prende atto “dell’interesse per Tim manifestato da investitori istituzionali qualificati” e il Governo “seguirà con attenzione gli sviluppi della manifestazione di interesse e valuterà attentamente, anche riguardo all’esercizio delle proprie prerogative, i progetti che interessino l’infrastruttura”. Per il Mef l’interesse di investitori istituzionali qualificati “a fare investimenti in importanti aziende italiane è una notizia positiva per il Paese”. A valutare la solidità del progetto “se dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato”.

Giunge così la conferma della composizione di un “gruppo di lavoro, “composto dagli esponenti di Governo titolari delle competenze istituzionali principalmente coinvolte, oltre che dalle Amministrazioni e da esperti” per seguire i vari aspetti del dossier. L’obiettivo dell’esecutivo è di “assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell’infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell’occupazione”.

Si conferma così la richiesta di un responso entro quattro settimane da parte degli statunitensi. In giornata l’azionista di maggioranza Vivendi, con il 23,75% delle azioni, aveva fatto sapere tramite un portavoce di essere “un investitore a lungo termine in Telecom” e di esserlo “stato fin dall’inizio”, ribadendo “il suo desiderio e la sua volontà di lavorare al fianco delle autorità italiane e delle istituzioni pubbliche per il successo a lungo termine di Tim”. Nessun contatto con nessun fondo dunque, né “più specificamente, con Cvc”, magari per cercare alternative da contrapporre a Kkr. Advent e Cvc, nel frattempo, si sono detti aperti al dialogo con tutti gli stakeholders per identificare in modo trasparente una soluzione di sistema per il rafforzamento industriale di Tim.

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