E’ il capitolo pensioni ad agitare maggiormente la discussione sulla manovra, con lo scadere di quota 100 e il ritorno al sistema precedente, quello varato dall’allora ministra del Lavoro Elsa Fornero.
LEGGE FORNERO. La riforma del sistema pensionistico varata dalla ministra del governo Monti nel 2011 prevede, oltre all’estensione del metodo contributivo a tutti i lavoratori, l’uscita dal lavoro a 67 anni e l’aumento di un anno dell’età per la pensione anticipata, con 42 anni e dieci mesi di contributi (un anno in meno per le donne). Uno dei punti chiave della riforma era l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, aggiornata ogni due anni a partire dal 2019, un meccanismo studiato per garantire la sostenibilità del sistema.
QUOTA 100. La misura sperimentale introdotta dal primo governo Conte – su impulso della Lega – aveva validità di tre anni e prevedeva l’uscità anticipata dal mondo del lavoro con 38 anni di contributi e 62 anni di età.
COSA SUCCEDE ORA. Senza ulteriori interventi, dal primo gennaio 2022 si torna alla Fornero: il premier Mario Draghi Draghi ha già detto che quota 100 non sarà confermata e che bisogna “gradualmente tornare alla normalità”. Ci sono diverse opzioni allo studio per evitare ‘lo scalone’ con il passaggio drastico tra un sistema e l’altro. Nel documento programmatico di bilancio, preludio alla manovra, il governo ha stanziato per il capitolo pensioni 600 milioni il prossimo anno, 450 nel 2023 e 510 nel 2024.
In un percorso di ritorno graduale alla normalità – cioè alla Fornero – il governo sta valutando il ricorso a ‘quote’ diverse.
QUOTA 102 PER DUE ANNI. Una delle ipotesi allo studio è l’uscita a quota 102 (64 anni e 38 di contributi ) per due anni, nel 2022-2023.
QUOTA 102-103-104. L’altra opzione, più graduale, prevede quota 102 nel 2022, quota 103 nel 2023 (65 anni e 38 di contributi) e quota 104 nel 2024 (66 anni).
APE SOCIALE E OPZIONE DONNA. Tra le opzioni al vaglio per rendere meno brusco il ritorno alla Fornero c’è anche l’ampliamento dell’Ape sociale con l’aggiornamento dell’elenco dei lavori gravosi. Il Pd insiste anche per il rifinanziamento di opzione donna, in scadenza quest’anno: per accedere bisognava aver maturato almeno 35 anni di contributi realmente versati e 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) entro il 31 dicembre 2021.