Buone notizie per l’economia italiana: secondo i dati del centro studi di Confindustria il 2021 si potrebbe chiudere con una crescita del Prodotto interno lordo vicina al 6%. “Il recupero del Pil italiano prosegue spedito”, si legge nella congiuntura flash di settembre.
“Dopo il forte rimbalzo del 2° trimestre (+2,7%), nel terzo trimestre i principali indicatori stanno tenendo, nonostante gli effetti della scarsità di alcune materie prime e semilavorati e la ripresa dei contagi”, prosegue il documento stilato dal Centro studi dell’associazione degli imprenditori. “Rimane molta incertezza per il 4° trimestre – continua – legata al proseguimento dell’epidemia. Il 2021, comunque, potrebbe chiudersi con un recupero vicino al +6%”.
“I dati sui primi sette mesi del 2021 mostrano un mercato del lavoro in ripresa. In luglio, primo mese dopo lo sblocco dei licenziamenti nella maggior parte dei settori industriali, l’occupazione totale misurata dall’Istat è diminuita di 23mila unità. Il calo non ha intaccato l’ampio recupero registrato da inizio anno (+550mila unità da gennaio a luglio, ma ancora -329mila da gennaio 2020) ed è completamente ascrivibile alla componente autonoma (-47mila unità), mentre i dipendenti sono cresciuti di 24mila unità”. E’ quanto si legge nella congiuntura flash di settembre del Centro studi di Confindustria. “I primi dati disponibili per luglio non appaiono, quindi, supportare l’ipotesi di una corsa ai licenziamenti all’indomani dello sblocco. Le prospettive sono buone per il prossimo futuro, in linea con la ripresa economica attesa”, continua.
“L’occupazione a tempo determinato ha segnato un recupero totale già in primavera, grazie a una risalita iniziata a metà 2020 e intensificatasi nell’anno in corso. A luglio gli occupati temporanei stimati dall’Istat erano quasi 100mila in più rispetto a gennaio 2020. D’altronde la componente temporanea dell’occupazione è sempre quella più reattiva al ciclo economico, sia in caduta (-352mila unità a maggio 2020) sia in ripresa (+136mila fino a ottobre 2020, sostanzialmente piatta nei mesi successivi, quando l’attività era di nuovo fiacca, per poi impennarsi da marzo 2021 in parallelo al rimbalzo del PIL)”. E’ quanto si legge nella congiuntura flash di settembre del Centro studi di Confindustria.
“Cruciale sarà il monitoraggio nei prossimi mesi su tutto il territorio nazionale” dello sblocco dei licenziamenti. Lo rileva il il Centro Studi Confindustria (Csc) nella congiuntura flash di settembre. I primi dati dopo lo sblocco – continua il Csc – disponibili solo per la regione Veneto, mostrano che in luglio e agosto il numero di licenziamenti per motivi economici di occupati a tempo indeterminato nelle imprese industriali (escluso il settore moda), pari a 852 unità, è rimasto sotto ai valori registrati nello stesso periodo sia del 2018 (1.142) che del 2019 (1.268).