I partecipanti al G20 dell'Economia hanno raggiunto un'intesa di massima sulla tassazione delle multinazionali.

Un accordo storico e una rivoluzione nel campo del fisco internazionale. A Venezia i partecipanti al G20 dell’Economia hanno raggiunto un’intesa di massima sulla tassazione delle multinazionali. Anche se si tratta di un accordo ampiamente atteso e di un passo formale, rappresenta un cambiamento significativo nella storia della tassazione globale. Non a caso il documento finale del meeting – così come i suoi partecipanti – parlano di una giornata e di un’accordo “storico”.

L’accordo si fonda su due pilastri. Il primo riguarda la riallocazione dei profitti delle multinazionali – con ricavi di almeno 20 miliardi di euro e una redditività di almeno il 10%. Sul tema la Francia intende portare la quota dei ricavi sottoposta a profitti al 25%. Tra i Paesi del G20 c’è un primo consenso sul 20% ma penso che la soluzione migliore sia al 25%”, ha detto il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire.

Il secondo punto riguarda, invece, la definizione di un’aliquota minima di tassazione per tutti i Paesi che aderiscono all’accordo. Il G20 ha raggiunto un’intesa per il 15%, ma diversi Stati – tra cui Francia, Stati Uniti e Germania, puntano ad andare oltre. Sull’aliquota minima alcuni Paesi hanno mostrato qualche preoccupazione, in particolare Irlanda, Estonia e Ungheria. Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha rassicurato che “per quanto riguarda l’Unione europea il messaggio che vogliamo dare ai Paesi che non hanno firmato” l’intesa “non è ‘non vi preoccupate facciamo anche senza di voi’, ma ‘la porta è aperta’ e lavoreremo nelle prossime settimane affinché ci sia un’adesione”.

Dopo l’intesa di Venezia, il secondo step sarà poi quello di rimuovere le singole tassazioni sulle grandi imprese all’interno dei Paesi del G20 a ottobre. Infine, le decisioni prese a livello politico dovranno essere messe in campo a livello operativo e per questo punto si dovrà aspettare almeno fino al 2023.

I cambiamenti climatici restano uno priorità

Non solo fisco, comunque: i ministri e i governatori del G20 hanno convenuto che i cambiamenti climatici rimangono una priorità urgente. Hanno inoltre concordato che un più stretto coordinamento è necessario per affrontare con successo questa sfida. I rischi derivanti dal cambiamento climatico rappresentano, infatti, una minaccia concreta per la crescita e la prosperità. Per questa ragione, i membri del G20 hanno concordato di integrarli sistematicamente nel loro esercizio di monitoraggio globale dei rischi.

Preoccupazione per le pandemie

Infine, uno sguardo alle pandemie, quella attuale e le future. Il G20 continuerà a offrire sostegno a tutti i paesi vulnerabili colpiti dal Covid-19 e i partecipanti hanno sostenuto la proposta del Fmi di allocazione dei nuovi diritti speciali di prelievo per un importo equivalente a 650 miliardi di dollari, per contribuire a soddisfare il fabbisogno globale di riserve a lungo termine e ne hanno sollecitato l’attuazione entro la fine di agosto.

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