Problema molto sentito nel settore automotive: all'orizzonte calo produzione in assenza di componenti

Dopo l’emergenza Coronavirus, i settori più esposti alla tecnologia si trovano ad affrontare una nuova minaccia: la crisi dei chip. La crescente carenza di forniture elettroniche sta già rallentando la produzione di diversi prodotti finiti – dagli smartphone alle auto – e spingendo molte aziende a chiudere i cancelli delle fabbriche in attesa di forniture. Il chief financial officer di Apple ha avvertito che i ritardi nella fornitura stanno riducendo la produzione di iPad e Mac. Con conseguenze sul conto economico della Mela, dal momento che i ricavi dovrebbero contrarsi tra i 3 e i 4 miliardi di dollari nel terzo trimestre. Anche Samsung vede all’orizzonte un calo del fatturato in assenza di componenti.

Il fenomeno è molto sentito nel settore automotive. L’ultima casa d’auto ad aver denunciato il problema è Vokswagen, che ha deciso di strutturarsi in modo tale da poter progettare internamente i chip per i veicoli a guida autonoma. In Giappone Toyota ha sospeso temporaneamente la produzione nell’impianto di Kolin, in Repubblica Ceca. Anche Ford ha chiuso un impianto in Ohio e deciso di ridurre i turni per una settimana alla Kentucky Truck Plant di Louisville. Problemi analoghi per la General Motors in Indiana e Messico. Una situazione che ha portato il fondatore e ceo di Tesla Elon Musk a parlare di “problema enorme”.

Per i prossimi mesi non sembrano esserci vie d’uscita: “Si stima che ancora nel 2021 ci sarà carenza di semiconduttori con oltre 2 milioni di unità di veicoli leggeri mancate nella produzione a livello globale”, spiega a LaPresse Giovanni Passalacqua, partner e Automotive Consulting Leader della società di consulenza EY. L’esperto evidenzia che “in caso di grave carenza di semiconduttori, la produzione europea e statunitense potrebbe avere un calo rispettivamente di circa il 7% e il 10%”.

Stime che sembrano trovare conferma anche in un recente report di Ihs Markit. I ricercatori dell’istituto stimato un calo produttivo di quasi un milione di auto per l’impatto della mancanza di semiconduttori solo nel primo trimestre del 2021. Una situazione destinata ad avere ripercussioni anche dal punto di vista politico: “I paesi stanno pianificando di localizzare la loro catena di approvvigionamento di semiconduttori. L’Ue per esempio, ha già avviato un piano per la riduzione della sua dipendenza da Stati Uniti e Asia per i semiconduttori”, ricorda Passalacqua. Lo shortage dei microchip “si configura sempre più come punto cruciale delle future politiche economiche soprattutto per quanto riguarda l’industria europea nei confronti dei giganti asiatici e si innesta in una più ampia trasformazione del settore auto verso l’elettrificazione e l’auto connessa”, conclude l’esperto.

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