I dati Istat. Invariata la stima degli occupati
Il tasso di disoccupazione in Italia ad aprile è stabile al 10,2% rispetto a marzo e in calo di 0,7 punti percentuali rispetto ad aprile 2018. Lo rileva l'Istat, che precisa che le persone in cerca di occupazione sono in lieve aumento (+0,2%, pari a +5 mila) e la crescita è dovuta alle donne e concentrata tra i 15-24enni. Sale invece la disoccupazione giovanile, con un incremento di 0,8 punti percentuali, attestandosi al 31,4%. Su base annua, tuttavia, il dato risulta in flessione di 1,6 punti percentuali. L'istituto statistico evidenzia inoltre che per gli over 35 si osserva un lieve aumento del tasso di occupazione e un lieve calo del tasso di inattività, mentre il tasso di disoccupazione risulta stabile.
Occupati – Dopo il consistente aumento di occupazione registrato a marzo, ad aprile la stima degli occupati risulta sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente. Anche il tasso di occupazione – precisa l'Istat – rimane invariato al 58,8%. Su base annua, invece, gli occupati mostrano una crescita di 56 mila unità, o dello 0,2% in più.
La sostanziale stabilità dell'occupazione, precisa l'istituto statistico, è sintesi di un calo tra i 15-34enni (-52 mila) e un aumento nelle altre classi di età, concentrato prevalentemente tra gli ultracinquantenni (+46 mila). Si registra una lieve crescita dei dipendenti sia permanenti sia a termine (+11 mila per entrambe le componenti), compensata da una diminuzione degli indipendenti (-24 mila).
Nel trimestre febbraio-aprile l'occupazione registra una crescita rispetto ai tre mesi precedenti, sia nel complesso (+0,3%, pari a +72 mila) sia per genere. Nello stesso periodo diminuiscono i dipendenti a termine (-0,5%, -15 mila), mentre aumentano sia i dipendenti permanenti (+0,4%, +58 mila) sia gli indipendenti (+0,5%, +28 mila); si registrano segnali positivi per tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni.
Su base annua, segnali positivi si registrano per le donne, i 15-24enni (+39 mila) e gli ultracinquantenni (+232 mila), compensati da un calo per gli uomini e le fasce di età centrali. Al netto della componente demografica la variazione è positiva per tutte le classi di età. In un anno crescono sia i dipendenti a termine (+50 mila) sia i permanenti (+42 mila), mentre risultano in calo gli indipendenti (-36 mila)
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