Meno dello 0,2% rilevato in precedenza. Per quanto riguarda i prezzi si registra a maggio +0,1%, sull'anno rallentano a +0,9%
Il Pil italiano è cresciuto dello 0,1% nel primo trimestre del 2019 sui tre mesi precedenti, meno dello 0,2% rilevato in precedenza. L'Istat ha rivisto al ribasso anche la crescita del Pil su base annua e ora vede una contrazione dello 0,1% contro l'aumento dello 0,1% comunciato nello scorso 30 aprile. La crescita acquisita del Pil per il 2019 "risulta nulla".
Anche se si conferma la fine della recessione dopo i due cali del Pil degli ultimi due trimestri del 2018, la flessione del Pil su base annua è la prima dal quarto trimestre del 2013, quando la caduta era stata dello 0,8%. Il primo trimestre del 2019, precisa l'Istat, ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e due in meno rispetto al primo trimestre del 2018. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti, con una crescita dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi. Le esportazioni sono cresciute dello 0,2%, mentre le importazioni sono diminuite dell'1,5%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +0,2 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,1 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private Isp, +0,1 punti gli investimenti fissi lordi e un contributo nullo la spesa delle Amministrazioni Pubbliche (Ap). L'apporto della domanda estera netta è risultato positivo per 0,5 punti percentuali. Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 0,6 punti percentuali. Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell'agricoltura e dell'industria, cresciute rispettivamente del 2,9% e dello 0,9%, mentre il valore aggiunto dei servizi è diminuito dello 0,2%.
I prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, registrano a maggio un aumento dello 0,1% su base mensile e dell'0,9% su base annua, in decelerazione dall'aumento dell'1,1% del mese precedente. L'Istat precisa che "alla base della decelerazione dell'inflazione a maggio ci sono soprattutto fattori stagionali e di calendario nei servizi di trasporto e in quelli della filiera turistica, di segno opposto a quelli osservati in aprile".
La decelerazione è principalmente dovuta alla dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,8% di aprile a +1,6%), dei Beni energetici non regolamentati (da +3,7% a +2,4%) e, in misura minore, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,6% a +1,1%). L''inflazione di fondo', al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano entrambe di un decimo di punto, rispettivamente da +0,6% a +0,5% e da +0,7% a +0,6%. Il lieve aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto per lo più alla crescita dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,8%) e dei Beni energetici non regolamentati (+0,8%), solo in parte bilanciata dal calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-0,9%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (-0,5%) L'inflazione è stabile per i beni (a +0,9%), mentre decelera per i servizi (da +1,3% a +0,9%); pertanto rispetto al mese di aprile il differenziale inflazionistico è nullo (da +0,4 del mese precedente). L'inflazione acquisita per il 2019 è +0,7% per l'indice generale e +0,4% per la componente di fondo. Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,1% su base mensile e dello 0,9% in termini tendenziali (da +1,1% del mese precedente).
Per quanto riguarda beni alimentari, per la cura della casa e della persona i loro prezzi rimangono al di sotto dell'inflazione generale a maggio, pur accelerando da +0,3% a +0,5% annuo. L'Istat precisa che per i prodotti ad alta frequenza d'acquisto la crescita dei prezzi, pur rimanendo stabile a +1,1%, torna al di sopra di quella riferita all'intero paniere.
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