Finale al cardiopalma. Si stanno definendo i dettagli dell'operazione. Mercoledì 31 scade il termine fissato per la procedura di vendita dell'aviolinea, deadline che il governo ha blindato
Per Alitalia sarà un finale al cardiopalmo. Sono infatti ore caldissime in Piazza della Croce Rossa per definire i dettagli dell'operazione che dovrebbe portare Ferrovie dello Stato a presentare l'offerta vincolante. Nel pomeriggio è stato convocato il consiglio di amministrazione, originariamente previsto per martedì 30 ottobre. Mercoledì 31 scade infatti il termine fissato per la procedura di vendita dell'aviolinea, deadline che il governo ha blindato. Le modalità dell'intervento di Fs sono ancora tutte da definire, con un lavoro sottotraccia in tandem con i commissari tutto improntato sul massimo riserbo.
"Se noi coinvolgiamo Fs come partner tecnico in Alitalia renderemo appetibile agli investitori entrare nel piano industriale, non è detto che debba metterci chissà quali soldi ma costruiamo un piano intermodale. I soldi li troveremo su mercato con un piano strategico", ha rimarcato pochi giorni il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio. Ecco allora che la presentazione dell'offerta di Fs per il 100% del capitale sarebbe solo il primo passo, con il coinvolgimento successivo di un partner industriale internazionale.
La compagnia low cost Easyjet ha confermato di essere ancora interessata a un'Alitalia "ristrutturata" e in consorzio con altri, ma è "in attesa di indicazioni" ufficiali su come l'esecutivo intenda procedere. In lizza anche i tedeschi di Lufthansa e soprattutto gli americani di Delta, che per legge non potrebbero avere la maggioranza della compagnia. Proprio gli statunitensi, che avrebbero avuto dei contatti con l'azienda in settimana, sarebbero ora in pole, con le piste orientali più distanti.
Rimane lo scoglio della conversione in capitale di una parte del prestito ponte di 900 milioni di euro (che pesa in realtà 1 miliardo compresi gli interessi maturati); proprio la trasformazione in equity è al vaglio del MEF, perché l'operazione potrebbe finire nel mirino della Commissione Ue causa possibile violazione della normativa sugli aiuti di Stato. In questo rompicampo il nodo occupazionale è ancora aperto. Dall'esecutivo assicurano che non ci saranno esuberi, ma i sindacati sono in fibrillazione.
"In assenza di un chiaro segnale da parte del Governo sul futuro di Alitalia, non è semplice arrivare ad un accordo sugli ammortizzatori sociali che riguarda quasi 1600 lavoratori. Serve una convocazione al Mise", avverte la Filt Cgil. Non è stato infatti ancora risolto il confronto per il rinnovo della cassa integrazione straordinaria. Anche la riunione di lunedì si è conclusa con un nulla di fatto e si è deciso di riaggiornare la trattativa tra sigle e azienda a mercoledì 31 ottobre. L'azienda ha proposto di ridurre di 90 unità la proroga della cigs fino al 23 marzo 2019 per 1.570 dipendenti, ma le sigle non ritengono questa proposta accettabile. Per la nuova Alitalia si tratta a tutte le ore: in questo scenario nessuno può dire però a che ora partirà il volo per la rinascita.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata