La decisione era attesa dagli analisti. Si tratta del secondo ritocco al rialzo del costo del denaro dall'inizio dell'anno

L'economia degli Stati Uniti è "in ottima forma" e può reggere un'accelerazione del costo del denaro più veloce del previsto. Ne è convinto il presidente della Fed, Jerome Powell, nel giorno del secondo aumento dei tassi dall'inizio del suo mandato. Il Fomc, braccio monetario della Banca centrale statunitense, ritocca infatti al rialzo di un quarto di punto il costo del denaro. I tassi di interesse salgono nel range compreso tra l'1,75 e il 2%. Per raffreddare l'inflazione, che a maggio è salita ai massimi dal 2012 – il 2,8% su anno – la Fed prevede una stretta sui tassi in più quest'anno, quattro invece di tre, e ulteriori quattro aumenti nel 2019.

L'economia a stelle e strisce, afferma Powell, "sta performando molto bene" e sia la crescita sia il mercato del lavoro mostrano un andamento "forte". Le politiche dei dazi del presidente Usa, Donald Trump, prosegue il numero uno della Fed entrato in carica a febbraio, non stanno ancora avendo "alcun impatto sui dati economici, lo consideriamo per il momento soltanto come un rischio". La Banca centrale corregge al rialzo le sue previsioni sul Pil del 2018,  portando l'incremento atteso al 2,8%, a fronte del 2,7% stimato nello scorso marzo. A chi gli chiede in conferenza stampa se gli sembra plausibile un Pil in espansione del 3% annuo, obiettivo dichiarato di Trump, Powell risponde prudente che rientra un range "ragionevole" e sarà decisivo l'impatto della riforma fiscale. Ma, mette le mani avanti, abbiamo "ancora pochi numeri e non sappiamo che effetto possa avere".

La Fed continua a definire "accomodante" la propria politica monetaria, ma aumentano le strette sui tassi. Se infatti la disoccupazione è vista dalla Banca centrale ancora in riduzione, con un tasso atteso nel 2018 al 3,6% contro il 3,8% previsto tre mesi fa, l'inflazione dovrebbe scaldarsi. L'inflazione è vista al 2,1% per ogni anno del triennio in corso, in accelerazione da 1,9% nel 2018, 2% nel 2019 e 2,1% nel 2020 previsti alla fine del primo trimestre. Nonostante ciò, la Banca centrale ribadisce di accettare un obiettivo di inflazione "simmetrico", il che significa che tollererà che i prezzi salgano un po' sopra l'obiettivo del 2%, senza premere bruscamente il freno monetario.

La stretta di oggi, che Powell considera "un altro segnale che l'economia americana è in ottima forma", è anche il settimo aumento dei tassi dall'uscita dalla politica del tasso di interesse zero a fine 2015, adottata in precedenza per sostenere la ripresa degli Stati Uniti dopo la crisi finanziaria. Nonostante i mercati si attendessero la mossa, Wall Street è scivolata in leggero ribasso subito dopo l'annuncio sui tassi.

Non solo più rigore monetario. Powell annuncia una innovazione per la Fed. "Per migliorare la comunicazione" il banchiere centrale terrà una conferenza stampa al termine di ogni riunione di politica monetaria. Fino a oggi il presidente del Fed ha tenuto conferenze stampa con cadenza trimestrale, ogni due runioni. Domani sarà la volta della Bce. Il presidente, Mario Draghi, potrebbe comunicare un ridimensionamento del Qe e l'azzeramento degli acquisti di asset a fine anno.

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