Il presidente della Bce nel corso dialogo con la commissione Affari economici e monetari dell'Europarlamento
La ripresa accelera, i rischi sono in calo, ma per diradare ogni possibile nube sull'eurozona serve rafforzare la governance europea e che la Bce prosegua ancora con gli acquisti di titoli di Stato. Di fronte alla commissione Affari economici e monetari dell'Europarlamento, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, sottolinea che "negli ultimi 12 mesi" la locomotiva dell'euro corre più rapida "sostenuta anche dal meccanismo della nostra politica monetaria".
Incalzato sull'esito delle elezioni tedesche, che hanno visto salire quasi al 13% i populisti della destra anti-euro di AfD, Draghi se la cava con un 'no comment', lasciando intendere che non sarà il voto tedesco a spostare i piani della Bce. Francoforte tiene infatti la barra dritta sul mandato e guarda all'inflazione e ai riflessi dei cambi sui prezzi. Draghi spiega agli europarlamentari che "la recente volatilità" del tasso di cambio è "una fonte di incertezza", che deve spingere i membri del consiglio direttivo a essere "pazienti e costanti" con la gestione degli acquisti di asset, ora a 60 miliardi al mese almeno fino a fine anno. L'obiettivo del 2% annuo per l'inflazione non è stato ancora raggiunto e soprattutto l'inflazione di base, che esclude beni alimentari ed energia, ha registrato soltanto "aumenti moderati negli ultimi mesi". Secondo il banchiere centrale serve "un aggiustamento verso l'alto dell'inflazione che sia durevole e autoalimentato", per questo un alto grado di accomodamento monetario "è ancora necessario".
A chi gli chiede se il nuovo rigurgito populista, stavolta da quella Germania che chiede da tempo una stretta alla politica monetaria, possa far accelerare l'uscita dell'Eurotower dal programma di acquisti di asset, Draghi ribatte: "A questa domanda non posso rispondere. Ogni valutazione sembra prematura, non è nostro compito esprimerci sulle elezioni tedesche". Resta valido quanto annunciato al termine della scorsa riunione di politica monetaria. La Bce, afferma l'ex numero uno di Bankitalia, deciderà "nei prossimi mesi" come "ricalibrare" gli strumenti di politica monetaria. "Probabilmente – precisa il numero della Bce – la maggior parte delle nostre decisioni sarà presa nel corso della riunione di ottobre, dobbiamo ricordare che il mandato della Banca centrale riguarda la stabilità dei prezzi in tutta l'eurozona".
Per il momento l'ex capo di Bankitalia non vede bolle che possano portare a una crisi dell'area dell'euro. "Non possiamo dire di aver osservato bolle sistemiche, spesso il motivo dell'aumento dei prezzi degli alloggi è rinconducibile a un'offerta insufficiente", dichiara Draghi rispondendo alle preoccupazioni di alcuni europarlamentari. Il presidente della Bce approfitta del 'dialogo monetario' per lanciare un appello per un rafforzamento delle istituzioni comunitarie che, a suo avviso, potrebbe consolidare la crescita. "Mentre è in corso un aggiustamento ciclico, esistono ancora questioni strutturali che impediscono una convergenza economica sostenibile", dice Draghi, ma "negli anni a venire sarà necessario un grado più elevato di convergenza sostenuta e una maggiore resilienza al fine di ottenere un'Unione economica e monetaria meglio funzionante". Da un lato, prosegue il banchiere, "ciò richiede azioni politiche dei governi nazionali volte a sbloccare il potenziale produttivo delle nostre economie" e dall'altro "ulteriori misure decisive per rendere la governance economica dell'Unione economica e monetaria veramente adatta allo scopo".
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