"Sappiamo quanto pesi sulle tasche degli italiani, ecco perché dobbiamo essere meno 'pesanti' possibile" ha detto il presidente Sticchi Damiani
Come è possibile individuare 'strumenti' utili per recuperare risorse economiche e migliorare i servizi al cittadino nel delicato settore dei servizi alla mobilità? Questa la domanda alla quale si è provato a dare una risposta nel corso del workshop dedicato a 'La gestione della fiscalità dell'auto ed i suoi impatti sulla mobilità', organizzato all'Hotel Michelangelo di Milano sabato 2 settembre da Aci. Un argomento 'delicatissimo e importante', ha ricordato il presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani nel suo saluto, 'perché sappiamo quanto la fiscalità dell'auto pesi sulle tasche degli italiani. Ecco perché dobbiamo cercare di essere meno 'pesanti' possibile, anche da un punto di vista formale'.
Ad analizzare il tema, gli interventi dell'avvocato e docente universitario Maurizio Leo, esperto di diritto tributario; del professor Paolo Bouquet dell'Università di Trento; della dottoressa Maria Pia Giovannini (agenzia per l'Italia Digitale – direttore Area Pubblica Amministrazione); del dottor Mario Martinelli, direttore Ict Sisal; della professoressa Lidia D'Alessio, assessore al Bilancio della Regione Campania. Moderatore, Alessandro Marchetti Tricamo, direttore de 'L'Automobile'. Contributi ricchi ed approfonditi segnati da due linee guida: la declinazione del termine 'strumenti' in termini tributari, normativi e tecnologici, e le modalità con cui le conseguenti proposte operative si possono fondare sul principio della cooperazione fra Pubbliche Amministrazioni (centrali e locali), avendo ben presente che quest'ultimo, è stato sottolineato, è il vero fattore critico di successo per ottenere risultati tecnici ed economici significativi e di qualità.
Il contributo del professor Leo ha affrontato la semplificazione nei rapporti di cooperazione tra pubbliche amministrazioni, con l'analisi delle norme di riferimento e dei possibili impatti economici. Entrando nello specifico, Leo ha evocato l'esempio delle tasse auto, oggi di stretta competenza delle Regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano ma la cui attività di controllo e riscossione può essere delegata ad enti pubblici: 'Se l'Aci svolge questa funzione per conto della Regione, il rimborso dei costi deve essere assoggettato ad Iva? Se l'Aci svolge questa funzione come servizio di pubblica autorità, secondo la normativa interna, no. L'Aci non fa mera riscossione. Lo scenario normativo ed interpretativo è complesso e – ha spiegato – va discusso con l'Agenzia delle Entrate e con gli organi politici". Altra questione strettamente connessa, la collaborazione con le pubbliche amministrazioni in merito al buon funzionamento della fiscalità: "Si parla di lotta all'evasione, ma la strada maestra è rendere le banche dati tra di loro integrate", ha detto Leo. "Manca un linguaggio comune tra banche dati, ma lo scambio di informazioni è fondamentale per contrastare l'evasione".
In questo contesto, è stato sottolineato come l'Aci sia parte integrante del processo di innovazione e cambiamento del Paese nel proprio ruolo di leader dei servizi per la fiscalità nel settore automobilistico di cui l'elemento cardine è la banca dati del Pubblico Registro Automobilistico, completamente digitalizzata: alla data odierna sono stati emessi più di 21 milioni di Certificati di Proprietà Digitali che corrispondono a quasi metà del parco veicoli circolante nazionale. Gli investimenti fatti dall'ente valorizzano il know-how, la competenza tecnologica e le risorse umane necessarie a trattare tutta la complessa materia fiscale, specie per quanto riguarda le tasse automobilistiche che hanno nel PRA la base normativa di riferimento. I risultati sono nei fatti in quanto la quasi totalità delle Regioni ha rapporti convenzionali con Aci, basati proprio sulla cooperazione tra pubbliche amministrazioni. E' stato poi ricordato che, sempre in questo ambito, gli indicatori di redditività per veicolo sono migliori per le Regioni che hanno affidato ad Aci anche la gestione del proprio archivio tributario: in queste ultime Regioni, il gettito è aumentato mediamente di circa il 10%.
Nel suo intervento, il professor Bouquet ha rimarcato valore dei cosiddetti 'Open Data' (i dati liberamente accessibili a tutti) per lo sviluppo economico del Paese. "I dati di cui dispone Aci hanno un valore unico", ha ricordato. "E potrebbero contribuire alla messa a punto di nuove strategie. Messi in circolazione e a disposizione delle menti creative, sono in grado di produrre un enorme valore sociale ed economico che molti ancora non intuiscono". Approfondendo poi il tema dell'evoluzione dei pagamenti nella Pubblica Amministrazione, particolare attenzione è stata data dal nuovo progetto strategico 'PagoBollo', che nasce dalla collaborazione fra l'Agenzia per l'Italia Digitale, il Team per la Trasformazione Digitale del Governo Italiano e l'Aci. A parlarne la dottoressa Giovannini, che ha illustrato inizialmente il quadro nazionale dei pagamenti realizzati online: "I numeri – ha detto – dimostrano che è una realtà pienamente operativa. C'è una piena estensione del sistema alla realtà delle Pa. Il numero delle transazioni nel 2017 è salito del 220 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2017 ci sono state un milione e mezzo di operazioni, è un grande passo in avanti".
Parlando di PagoBollo, estensione di PagoPa, servizio on line rivolto ai contribuenti che devono procedere con il rinnovo per l'anno in corso della tassa automobilistica o con il pagamento relativo ad anni tributari precedenti, realizzabile in pochi e semplici passi, Giovannini lo ha eletto esempio ideale di "capacità di fare sistema unificato e non più diversificato". "Prima del pagamento – ha spiegato – il cittadino ha tutte le informazioni riguardanti le cifre che dovrà pagare: c'è una semplificazione che elimina ogni tipo di errore sulla cifra da pagare". Tra le altre funzioni, quella della conservazione legale centralizzata delle ricevute e degli esiti del pagamento; quella di archivio, che rende estremamente agevole la consultazione; e quella di mantenimento di un archivio unificato e armonizzato del pagamenti in attesa, che consente di riconciliare i ruoli di pagamento in maniera certa e determinata. Le funzioni utente di PagoBollo (cassetto fiscale per la consultazione, scadenzario, notifiche di 'allerta') costituiscono il nuovo modello di interazione del cittadino con la Pubblica Amministrazione. E porta degli indubbi vantaggi: rapporto più diretto e trasparente con le PA; maggiore semplicità nei pagamenti e chiarezza del dovuto; possibilità di utilizzo del canale più conveniente o gradito da pagare; possibilità di essere allertato in caso di variazioni dello stato dei propri veicoli.
L'espansione e l'indubbia efficacia della digitalizzazione dei pagamenti è testimoniata anche dai numeri di Sisal, dal 2000 operatore per i servizi di pagamento primario in Italia e dal 2008 per i servizi di pagamento in generale. Martinelli, direttore Ict Sisal, nel suo intervento incentrato sulle modalità di innovazione e semplicità al servizio dei cittadini e della Pubblica Amministrazione, ha evidenziato la crescita di SisalPay, "sempre più apprezzato dai consumatori anche se conosciuto da poco". I dati: "12 milioni di utenti sul canale, raccolta di 9 miliardi di euro", ha spiegato. "Abbiamo una crescita a doppia cifra ogni anno, una rete che conta 40mila punti vendita, di cui 10mila dedicati ai soli servizi. Il servizio è capillare, semplice, veloce, affidabile. Elementi fondamentali per la fiducia" e che hanno consentito l'aumento della raccolta per la PA. "Il 31% degli italiani paga il bollo su reti di prossimità", ha ricordato Martinelli. "Il cittadino va incoraggiato e spinto verso servizi di questo tipo".
La professoressa D'Alessio ha ribadito l'importanza della collaborazione, "tema difficilmente realizzabile", ha ammesso, "perché molte PA hanno un concetto privatistico di quello che fanno". La rotta da seguire è quella "dell'omogeneizzazione delle banche dati, ovviamente sempre orientate, con rigore, verso il rispetto delle regole. La dispersione fa accrescere l'evasione". Un ruolo decisivo può giocarlo l'Aci: "Meno male che c'è, e che funziona. Sul tema delle tasse auto, sta riuscendo a far cambiare la prospettiva". La D'Alessio ha poi dimostrato, dati alla mano, come dalla fruttuosa cooperazione con Aci, la Regione negli ultimi due anni sia riuscita a recuperare il 13,1% di gettito erodendolo all'evasione. Un risultato questo che lascia ben sperare per un futuro in cui la maggiore efficienza degli strumenti di contrasto dell'evasione fiscale consentano di migliorare il rapporto con i cittadini, liberare risorse per il governo della mobilità e rendere più equo il fisco.
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