Il ministro dell'Economia al Forum Ambrosetti: "Non possiamo permetterci di perdere questa crisi"
Quella italiana, come d'altra parte quelle dell'area euro e degli Stati Uniti, è una ripresa con una componente ciclica. Ma presenta anche "una forte componente strutturale, che sta crescendo". Così Pier Carlo Padoan, nel suo intervento al Forum 'The European House – Ambrosetti', ha risposto a una delle domande più ricorrenti tra i partecipanti al workshop di Cernobbio. Quella, cioè, relativa alla solidità del processo di espansione economia in atto.
Quanto alla seconda domanda, quella cioè sul ruolo della politica economica nell'influenzare la crescita, il ministro dell'Economia ha mostrato di non avere dubbi. "La politica ha una responsabilità in senso crescente per spiegare questo risultato", ha evidenziato all'inizio di un discorso, concluso affermando che il governo che si troverà in eredità uno stato dell'economia migliore di quello di inizio legislatura, e questo non solo per merito della "ripresa della domanda mondiale".
Il ministro dell'Economia ha affrontato al proprio arrivo la caldissima questione di Stx-Fincantieri, professando ottimismo in un'intervista ai microfoni di RaiNews24, anche in ragione di un "ottimo rapporto" e di una "ottima collaborazione" con l'omologo francese Bruno Le Maire, che tornerà a Roma l'11 settembre. Quindi Padoan ha tracciato, di fronte alla platea di top manager e imprenditori, un bilancio di quanto fatto nell'arco di una legislatura ormai alla sua svolta finale. Più con l'obiettivo di indicare quello che dovrebbe essere il cammino da qui in avanti, è però parso, che non con quello di ritornare sul passato.
"Non possiamo permetterci di perdere questa crisi", ha affermato in uno dei passaggi più importanti del suo intervento, invitando chi uscirà vincitore dalle elezioni del 2018 a sfruttare la "finestra di opportunità" data dall'attuale clima politico ed economico favorevole, tenendo ben presente che "se non si coglie questa opportunità il Paese non sta fermo ma va indietro". "Non c'è una bacchetta magica, non c'è una misura che da sola funziona", ha messo in guardia, ricordando che occorre "una politica globale per la crescita della produttività basata su nuove idee". Un discorso non limitato al piano nazionale. "Molte delle cose dette qui hanno bisogno di una visione europea", ha infatti precisato il titolare dell'Economia, "non penso all'unione monetaria, non penso a un ministro delle Finanze europeo: penso al fatto che ci vuole una strategia di visione di crescita basata sulla produttività, l'innovazione a livello europeo".
Tornando all'Italia, se è vero che il governo è ormai nella sua ultima fase di lavoro, resta comunque il fatto che c'è un'ultima legge di Bilancio da varare. Al riguardo, Padoan si è mostrato allineato con quanto detto ieri dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sullo stesso palco. "La mia idea è che intanto una legge di bilancio non deve far danni, poi deve rafforzare una strategia", ha chiosato, precisando che "questo non vuol dire che non si faranno scelte avendo in mente una visione, che deve essere pluriennale e che identifica urgenze". Tra le priorità più alte dell'esecutivo, in particolare, Padoan ha segnalato un altro dei temi più discussi in questi giorni: il fatto cioè di "sostenere in modo permanente ed efficace l'occupazione giovanile".
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