Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi al massimo da tre anni, a Piazza Affari in forte ribasso i titoli bancari
Ritorna a crescere e a fare paura lo spread: il differenziale di rendimento tra i Btp decennali italiani e i Bund tedeschi è salito a quota 201 punti base, in virtù di un rendimento dei decennali tedeschi allo 0,37%, in calo di quattro punti base rispetto all'apertura di stamattina, mentre il rendimento dei nostri titoli sul mercato secondario è al 2,38% in rialzo di ben 13 punti base. A pesare è sicuramente la candidatura di Marine Le Pen, leader del Front National, che ha lanciato la sua campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali francesi, paventando un'uscita dall'Ue e dall'Euro in caso di vittoria.
BANCARI GIU'. Male la giornata sul versante finanziario per i bancari: a Milano Piazza Affari soffre nel giorno del via al maxi aumento di capitale da 13 miliardi di Unicredit. Infatti, al giro di boa di seduta in forte affanno per i testimonial del settore bancario italiano. Bper segna una flessione del 4%, Banco Bpm del 3,11 e Ubi Banca del 2,46%. Contiene invece i cali Intesa (-0,55%). A pesare sono quindi i timori legati all'andamento dell'aumento di capitale di Unicredit (in calo, netto, -3,66%). Una china pericolosa per il titolo che già dopo pèoco più di tre ore e mezza di contrattazioni perdeva il 3,59% a 12,64 euro.
DRAGHI: PREOCCUPATI DA PROTEZIONISMO. Intanto Mario Draghi lancia l'allarme sui possibili effetti di un nuovo protezionismo."Guardiamo con preoccupazione ad annunci di misure protezionistiche", ha detto il presidente della Bce a un europarlamentare che gli chiedeva a proposito delle possibili misure protezionistiche dagli Stati Uniti, con il nuovo presidente Donald Trump, e da Londra con la Brexit. Draghi ha ricordato che "l'Ue è nata basandosi sul concetto del libero scambio". In merito a un allentamento della regolamentazione finanziaria, che potrebbe arrivare con Trump, Draghi si è detto "molto preoccupato" perché "non è il momento". Il banchiere centrale ha precisato tuttavia che bisognerà aspettare l'eventuale attuazione di quanto annunciato, prima di giudicare.
La nostra politica monetaria "non è mirata allo spread, ma alla stabilità" e "non c'è alcuna presunta disuguaglianza nel trattamento dei vari Paesi" dell'eurozona, ha dichiarato, rispondendo agli Europarlamentari. "Il nostro programma di acquisto rispecchia i limiti del mercato dei capitali", ha precisato Draghi.
"I benefici della nostra politica" monetaria accomodante "superano chiaramente i potenziali effetti collaterali" e "questi ultimi sono meglio affrontati, se necessario, attraverso altre politiche", ha detto inoltre il presidente della Bce, parlando di fronte alla commissione Affari economici e monetari dell'Europarlamento.
"Come ho appena sostenuto, la nostra politica monetaria è stata fondamentale nel sostenere la ripresa in atto", ha aggiunto Draghi. "Andando un passo avanti: le nostre misure hanno svolto un ruolo chiave nel mantenimento della stabilità nella zona euro, che include la stabilità finanziaria".
"Nel corso degli ultimi due anni, il Pil pro capite è aumentato del 3% nella zona euro, confrontandosi bene con altre economie avanzate importanti", mentre "il sentimento economico è al suo livello più alto in cinque anni" e "la disoccupazione è scesa al 9,6%, il livello più basso dal maggio 2009", ha precisato Draghi, aggiungendo che "il rapporto tra debito pubblico e Pil è in calo per il secondo anno consecutivo".
Secondo il banchiere centrale "questi sono passi nella giusta direzione, ma sono solo i primi passi". Draghi ha chiarito che "le decisioni di politica monetaria adottate nel mese di dicembre sono state quelle giuste nel contesto economico attuale".
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