Intervista ai vertici di un'azienda che 10 anni fa ha deciso di lanciarsi nel mercato delle energie alternative
"Siamo ormai un'azienda al cento per cento green e la prima in Italia che produce energia eolica". Traspare molta soddisfazione nelle parole di Vittorio Garrone, ai vertici assieme ai fratelli e al cugino, della Erg. La soddisfazione di chi dieci anni fa ha deciso di lasciare l'attività petrolifera per lanciarsi nel mercato delle energie alternative. Una scelta, dice Garrone a LaPresse, coraggiosa certamente, "ma anche lungimirante per un marchio legato da tre generazioni alla raffinazione del petrolio".
Una decisione maturata dopo "anni in cui i dividendi petroliferi erano altissimi. Nessuno per la verità in quegli anni poteva immaginare che lo scenario sarebbe cambiato come poi è effettivamente stato. Quando dopo 60 anni la russa Luxoil si offrì di comprare tutta la Erg, in famiglia ci ponemmo una domanda: il rischio di volatilità dei prezzi era molto alto e si poteva intuire, anche perchè noi siamo sempre stati raffinatori e non propietari della materia prima. 'Va bene vendiamo', ci dicemmo, 'ma poi cosa facciamo?' Noi non siamo mai stati finanzieri, noi siamo stati sempre imprenditori".
Nasce in quei giorni la decisione di puntare sulle energie alternative e segnatamente sull'eolico: "Secondo una filosofia" racconta Vittorio Garrone, "che ha sempre segnato le nostre decisioni, quella per cui se non sai fare una cosa da solo falla con chi è migliore di te e la sa fare meglio te. Ecco la decisione di allearci con una società spagnola leader del settore".
Si capisce dalle parole di Garrone che la scelta di abbandonare il petrolio non è stata dettata solo da ragioni economiche come appunto la volatilità dei prezzi del greggio: "E' stata una scelta economica, ma anche culturale, etica e generazionale. Con il petrolio siamo arrivati alla terza generazione, ci siamo voluti preoccupare del futuro e di cosa costruire per la quarta e quinta generazione dei Garrone e della Erg".
Oggi la sfida si può dire vinta, al punto che "siamo", precisa Vittorio Garrone, "la prima azienda italiana nella produzione di energia eolica e la settima in Europa. Copriamo il 40 per cento in Italia dei consumi di energia rinnovabile e portiamo i nostri kilowatt a qualche milione di famiglie". Ma l'ambizione del gruppo non si ferma certo a questi dati e Garrone indica un modello, quello della Danimarca. "Se devo guardare al futuro – dice – auspico uno sviluppo delle rinnovabili in linea appunto con la Danimarca: nell'arco di quattro, cinque anni nel nostro Paese le fonti alternative dovrebbero arrivare a coprire l'ottanta per cento del fabbisogno di energia".
La scelta della famiglia Garrone non è però un rinnegare il passato. "La frase 'non chiamateci più petrolieri'" puntualizza Vittorio Garrone, "è un modo secco e se vuole comunicativo per dire che il nostro rinnovamento industriale si è completato, che abbiamo cambiato pelle. Prima o poi usciremo anche dall'ultimo business che abbiamo ancora, la joint venture con Total per quanto riguarda i distributori di carburante. A quel punto il processo sarà concluso".
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