"Un primo consolidamento, quanto all'applicabilità di attenuanti, si è registrato recentemente a livello italiano"

I programmi di antitrust compliance hanno assunto una "grande rilevanza" per la possibilità di ottenere una riduzione delle sanzioni dell'Agcm. Lo ha detto Manfredi De Vita, avvocato dello studio Fontana e Galli Associati di Milano, intervenendo al convegno su concorrenza e mercato organizzato dallo studio Rucellai & Raffaelli a Treviso. De Vita ha sottolinato anche che "un primo consolidamento, quanto all'applicabilità di attenuanti, si è registrato recentemente, a livello italiano, anche in caso di programmi predisposti successivamente all'apertura del procedimento".

Il relatore ha fatto notare che "il ricorso a strumenti di compliance rappresenta un fenomeno recente" e che i programmi di antitrust compliance "rispondono a una logica 'one size does not fit all', nel senso che gli stessi devono essere differenziati a seconda del caso, in modo da poter fungere da fattori di successo per le imprese che li predispongono".

"Infatti – come ha evidenziato l'avvocato – sono i programmi di antitrust compliance, integranti le attività di self-assessment, idonei a verificare la compatibilità antitrust dell'attività d'impresa in una prospettiva ex ante, affidando alcune forme di contrasto dell'illecito antitrust alla responsabilità imprenditoriale".

De Vita ha concluso il suo intervento precisando che "l'interazione tra componenti private e pubbliche del sistema deve trovare il proprio limite nell'esigenza di evitare fenomeni di sovrapposizione tra le aree di controllo e duplicazione delle attività".

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