I nuovi posti di lavoro creati, escluso il settore agricolo, sono stati 215.000 il mese scorso
La disoccupazione negli Stati Uniti è salita a marzo al 5%, dal 4,9% di febbraio, quando si trovava ai minimi da otto anni. Lo riferisce il dipartimento del Lavoro. Tuttavia la salita del tasso è dovuta all'aumento del numero di americani che si sono messi in cerca di un lavoro. I nuovi posti di lavoro creati, escluso il settore agricolo, sono stati 215.000 il mese scorso.
I dati sui nuovi posti di gennaio e febbraio sono stati rivisti leggermente al ribasso per di 1.000 unità rispetto a quanto precedentemente riportato. Il mercato del lavoro sembra essersi scrollato di dosso il rallentamento della crescita globale. Nonostante il ritmo sia rallentato rispetto ai +248mila posti al mese del quarto trimestre del 2015, gli economisti si aspettavano a marzo un livello inferiore, pari a 202 mila posti creati. I salari orari medi sono saliti il mese scorso dello 0,3%, portando l'aumento aunno al 2,3% dal 2,2% di febbraio. Gli economisti dicono che è necessario un tasso di crescita delle retribuzioni tra il 3% e il 3,5% per alzare l'inflazione verso l'obiettivo del 2% della Federal Reserve.
Il tasso di partecipazione della forza lavoro Usa, la percentuale di americani in età lavorativa che lavorano o cercano un impiego, è aumentato di un decimo di punto percentuale al 63%, il livello più alto dal marzo 2014. L'aumento di occupati nel mese di marzo è stato su larga scala, ma il settore manifatturiero ha mostrato una perdita di 29 mila posti di lavoro, il numero maggiore da dicembre 2009. Anche il settore dell'estrazione mineraria ha ceduto 12 mila posti.
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