Roma, 23 dic. (LaPresse) – La Cia (Confederazione italiana agricoltori) spiega che le feste in arrivo segnano il crollo delle mode esterofile in cucina, mentre vince il territorio, con prodotti e piatti tipici locali. Oltre tre miliardi il budget complessivo per cibo e bevande. Solo per il cenone della Vigilia quasi 950 milioni di euro di spesa: protagonista il pesce, che proprio in questi giorni tocca il picco di consumo dell’anno. Lo spumante batte ancora lo champagne, scelto praticamente solo da un italiano su dieci. Bene la vendita diretta in campagna e nei mercatini degli agricoltori (+10%), soprattutto nelle zone rurali.

Messe da parte le mode esotiche e ridotti viaggi e vacanze, anche a causa dell’allarme terrorismo, oltre otto italiani su 10 (circa 49 milioni) hanno deciso di trascorrere le feste tra le mura domestiche con parenti e amici e di cancellare i menù esterofili, prediligendo portate ‘tricolori’ nel 79% dei casi. La recessione è un po’ più lontana, segnala la Cia, con i consumi delle feste che tornano al segno più (+5%) dopo sette anni di cali costanti, ma le tredicesime sono impegnate sulle scadenze fiscali e il potere d’acquisto è ancora lontano dai livelli pre crisi. Ciò nonostante, le famiglie scelgono di non rinunciare alle classiche tavolate natalizie, per le quali si spenderanno complessivamente oltre tre miliardi di euro, di cui circa 950 milioni solo per il cenone del 24 dicembre.

“Secondo i nostri dati – spiega la Cia – quest’anno il 22% degli italiani spenderà più del 2014 per acquistare cibo e bevande, mentre il 73% lascerà quasi invariata rispetto all’anno scorso la spesa per la tavola. In ogni caso, gli acquisti saranno più attenti e sostenibili, con oltre il 60% delle famiglie che farà molta attenzione agli sprechi alimentari, adottando trucchi ai fornelli per riciclare gli avanzi natalizi e fare cucina di recupero non buttando via niente”. Niente spese folli, insomma: salmone, ostriche, frutta esotica verranno consumate con il contagocce. Mentre sarà un trionfo di prodotti e tipicità locali: ragù, bollito, tortellini in brodo, torte rustiche e dolci artigianali. E per il cenone della Vigilia, che vedrà al centro del menù il pesce, le famiglie compreranno alici, triglie, orate, spigole, trote, capitone invece del costoso caviale d’importazione. Secondo la Cia lo spumante (in crescita del 4%) trionferà sullo champagne, con il 90% dei brindisi e una netta prevalenza nei gusti di quello dolce (57% delle preferenze) rispetto ai secchi (33%).

A crescere quest’anno è anche la spesa in campagna, con un incremento del 10 per cento rispetto al 2014. Sono milioni gli italiani che in questi giorni si stanno recando nelle aziende agricole che fanno vendita diretta e nei mercatini di Natale allestiti dagli agricoltori, soprattutto nelle zone rurali e periurbane.

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