Milano, 14 dic. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso ancora in deciso ribasso a due giorni dalla decisione della Federal Reserve sui tassi d’interesse e con le quotazioni del petrolio in preda alla volatilità. Il Wti, nel corso della seduta, ha aggiornato i minimi dal febbraio 2009 sprofondando sotto quota 35 dollari al barile per poi recuperare e tornare sopra 35,50 dollari. L’attenzione maggiore è rivolta verso gli Stati Uniti, dove mercoledì dovrebbe annunciare il primo rialzo dei tassi dal lontano 2006. Dalla Fed alla Bce, che nell’ultima riunione ha deluso chi si aspettava mizure più aggressive di politica monetaria. Oggi Mario Draghi, intervenuto al convegno per i 40 anni di Prometeia, ha però ribadito che l’Eurotower ha ancora munizioni per intervenire per raggiungere il target d’inflazione del 2%. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso la seduta con un ribasso del 2,24% a 20.544 punti.

CROLLO PETROLIO SI RIFLETTE SUGLI ENERGETICI. Il nuovo crollo del petrolio si è fatto sentire anche a Piazza Affari sui titoli delle società maggiormente sensibili alle oscillazioni del greggio: Eni ha ceduto il 2,93% a 13,24 euro, Saipem l’1,94% a 7,32 euro e Tenaris il 2,30% a 10,60 euro. Tra le banche seduta negativa per Banco Popolare (-2,84% a 11,62 euro), Montepaschi (-4,15% a 1,15 euro) e Unicredit (-3,21% a 4,91 euro). In controtendenza Ubi Banca (+0,86% a 5,88 euro) che ha sfruttato le indiscrezioni di stampa che hanno rilanciato la possibile integrazione tra la banca lombarda e la Popolare di Milano. Pesante Fca (-5,05% a 11,85 euro) dopo che Borsa Italia ha approvato la quotazioni delle azioni ordinarie di Ferrari dal 4 gennaio 2016. Fca ha ricordato come la quotazione della casa di Maranello fa parte di una serie di operazioni “volte a realizzare la separazione di Ferrari da Fiat Chrysler e ad assegnare ai titolari di azioni ordinarie Fca azioni ordinarie Ferrari sulla base del rapporto di assegnazione di una azione ordinaria Ferrari ogni dieci azioni ordinarie Fca”.

OCCHI PUNTATI SU TELECOM. Tra i peggiori di seduta da segnalare anche Stm che ha terminato la giornata con una flessione del 4,69% a 5,89 euro. Sotto i riflettori Telecom Italia (-1,00% a 1,08 euro) alla vigilia dell’assemblea. Venerdì sera Vivendi, primo azionista di Telecom con un quota pari al 20% del capitale, ha fatto sapere che si asterrà sull’ordine del giorno che prevede la conversione delle risparmio.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata