Milano, 13 nov. (LaPresse) – Il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato in settembre di 7,0 miliardi, a 2.191,7 miliardi. L’aumento è stato determinato dal fabbisogno del mese (17,9 miliardi), in parte compensato dalla diminuzione (9,7 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro (64,0 miliardi; 51,6 a settembre del 2014); complessivamente la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione, il lieve apprezzamento dell’euro e gli scarti di emissione hanno diminuito il debito per 1,2 miliardi. E’ quanto si legge nel ‘Supplemento al bollettino statistico Finanza pubblica, fabbisogno e debito’ della Banca d’Italia.

Con riferimento ai sottosettori, l’incremento del debito delle Amministrazioni pubbliche riflette sostanzialmente quello delle Amministrazioni centrali (7,1 miliardi). Nei primi nove mesi dell’anno, il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 55,8 miliardi; il fabbisogno cumulato è stato pari a 42,8 miliardi mentre le disponibilità liquide del Tesoro sono aumentate di 17,6 miliardi. Nei primi nove mesi del 2015 le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state complessivamente pari a 288,8 miliardi, in aumento del 3,4 per cento rispetto a quelle relative allo stesso periodo dell’anno precedente. Tenendo conto di alcune disomogeneità contabili riguardanti le ritenute sui redditi delle persone fisiche e le accise, le entrate avrebbero una dinamica significativamente più contenuta.

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