Milano, 12 nov. (LaPresse) – “Qualche segnale di vivacità lo abbiamo già colto, ma il risultato lo vedremo occupandoci del 2015, quando verrà spiegato l’effetto Expo”. Parlando ai cronisti prima della presentazione della nuova edizione dell’Osservatorio sulla qualità della vita, relativa al 2014, Simonpaolo Buongiardino non rifiuta la definizione che gli viene proposta per lo studio appena pubblicato: quella di “pietra di paragone” su cui verranno almeno in parte misurati gli effetti dell’esposizione universale sulla città. “Per mole di turismo, consapevolezza dei cittadini e credibilità all’esterno, Expo lascia del valori positivi che andranno capitalizzati”, commenta il presidente di MeglioMilano, l’associazione che da 25 anni cura l’Osservatorio, rimarcando che a frenare la città, adesso, è soprattutto un’economia che “stenta a riprendere”.
UNA SOSTANZIALE STABILITA’ – Mettendo insieme gli oltre 100 indicatori che ogni anno vengono analizzati, dal 2013 al 2014 si osserva una sostanziale stabilità: la differenza nel complesso è solo di un decimo di punto in negativo. Risultato che il sindaco Giuliano Pisapia, intervenendo alla presentazione dello studio, accoglie con favore: “Il giudizio su Milano è ancora una volta positivo”. Il primo cittadino, nel suo intervento, parla di una città “più pulita”, a livello ambientale ma non solo: anche dal punto di vista della lotta alla corruzione e del rispetto per le regole. Mentre rifugge, almeno in parte, il discorso sul “metodo Milano“. “Non mi piace parlare di modello Milano, perché i modelli vanno adattati alle singole situazioni”, spiega Pisapia, che preferisce piuttosto il riferimento “a un insieme di buone pratiche” che stanno diventando un punto di riferimento anche al di fuori della città. Quello che l’Osservatorio rileva, numeri alla mano, è una sostanziale stabilità della macroarea economica: si stabilizza l’indicatore del ‘benessere’ dopo il forte miglioramento del 2013, tengono il ‘lavoro’ e i ‘servizi al terziario’.
REDDITI E PENSIONI IN CRESCITA – Crescono il reddito pro capite (+1,2% a 26mila euro annui) e le pensioni Inps (+2%, miglior dato della serie), ma aumentano anche le famiglie con un reddito inferiore ai 6.200 euro all’anno, stimate al 10,40% contro il 9,99% del 2013. Sono circa 400 (+3%) le imprese in più iscritte in Camera di Commercio, mentre la disoccupazione nell’area metropolitana si attesta all’8,4%, con cifre in crescita per quanto riguarda i giovani. In leggera flessione la macroarea sociale, che perde 0,9 punti, in salita quella civile, che ne guadagna 3,1 e migliora sotto ogni aspetto: ‘cultura e tempo libero’ (+3,2 punti), ‘istruzione’ (+2,4) e ‘servizi al pubblico’ (+3,9). Costa cara l’area ‘salute’ (trascinata verso il basso dall’aumento della mortalità infantile) alla macroarea ambientale, che perde 2,1 punti pur vedendo gli indicatori legati ad ‘ambiente’ e ‘mobilità’ in crescita, per quanto in modo meno netto rispetto all’anno precedente, grazie anche al maggior numero di piste ciclabili, ai prelievi di BikeMi in aumento, al minor numero di auto circolanti (-14mila, pari al 2%) e alla diminuzione degli incidenti stradali (-15%).
USCITA DALLA CRISI – Un quadro complessivo in cui il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, vede “una città che attraverso uno sforzo di volontà e di entusiasmo sta uscendo dalla crisi”, come riportato in un messaggio letto durante la presentazione del rapporto. Se le considerazioni sull’impatto reale dell’anno di Expo, uno spartiacque quantomeno dal punto di vista emotivo, sono per forza di cose rimandate alla presentazione della prossima edizione dell’Osservatorio, quelli che sono gli elementi da tenere presenti paiono già chiari. “Credo che Milano abbia le caratteristiche per vincere la sfida del futuro, che passa dall’infrastrutturazione fisica e virtuale“, il commento di Buongiardino, che sottolinea la necessità di “leggere il cambiamento”. Mentre Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro, parla di una “Milano condannata ad anticipare ciò che accadrà” e lancia uno spunto di riflessione: “Noi abbiamo fatto i risultati migliori quando abbiamo messo il dito nelle incertezze. Quello che funziona è quando si frequentano il dubbio e la domanda, non la risposta”.
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