(Finanza.com) La Federal Reserve (Fed) rialzerà i tassi di interesse nella riunione di settembre o posticiperà la sua decisione? Rimane sempre questo uno dei principali quesiti sui mercati anche dopo la pubblicazione venerdì scorso dei dati sul mercato del lavoro per il mese di agosto. Dati di non facile lettura, che continuano a dividere gli analisti sul timing dell’azione della banca centrale americana.
“L’occupazione evidenzia un marginale miglioramento anche nella capacità di spesa dei consumatori, che è la condizioni necessaria ma non sufficienti indicata dalla Fed affinché avvii l’aumento dei tassi a settembre”, commentano Marco Vailati e Serge Escudé, dell’Ufficio ricerca e investimenti di Cassa Lombarda nella weekly report.
“Considerando anche l’elevata volatilità dei mercati e l’incertezza dell’economia cinese e le sue ripercussioni sul ciclo mondiale – aggiungono gli esperti – il primo aumento ha ancora probabilità di essere rinviato, magari anche solo alla successiva riunione del Fomc del 27-28 ottobre, nonostante non sia prevista per quella data la conferenza stampa della governatrice Janet Yellen”. La Fed adotterebbe in tal caso un comportamento pragmatico (come durante la fase di “tapering”) e cercherebbe di gestire la situazione con una comunicazione volta a prevenire disordine sui mercati. Bisogna, tuttavia, ricordare che “la Fed storicamente ha preferito iniziare i cicli di rialzi tassi sempre in una riunione del Fomc a cui faceva seguito la conferenza stampa.
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