(Finanza.com) I disastrosi dati sull’andamento del manifatturiero cinese, con relativo crollo questa notte della borsa di Shangai dell’8,5 per cento, peggiorano il quadro emerso sull’economia cinese dopo il mancato taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale.

Le perdite registrate dall’indice Shangai Composite nell’ultima seduta si aggiungono alla perdita del 12% sofferta durante la scorsa settimana di contrattazioni. La discesa delle ultime sedute hanno così bruciato i guadagni dell’ultimo anno.

Nei giorni scorsi è avvenuto un cambiamento della legge riguardante i potenziali investimenti che i fondi pensione cinesi possono porre in essere, con il loro raggio d’azione ampliato anche al mercato azionario. Come può essere valutata questa mossa del governo?

Secondo Jasper Lawler, analista di CMC Markets, siamo difronte “ad una misura che potrebbe supportare l’andamento del mercato a lungo termine, ma che non è servita ad evitare lo scoppio del panico fra gli investitori”.

“In primo luogo, i fondi pensione sono probabilmente restii ad investire in azioni cinesi quando ci sono cali significativi ogni settimana”, ha aggiunto l’analista del broker, evidenziano inoltre come “in secondo luogo, il mercato azionario cinese è costituito prevalentemente da investitori retail che hanno perso la fiducia nella capacità del governo di sostenere i prezzi delle azioni”.
L’intervento del governo di Pechino nei mercati azionari si sarebbe quindi rivelato controproducente, stando all’analisi di Jasper Lawler: costringere le istituzioni a comprare a vietando loro la possibilità di vendere ha aggiunto altro panico agli investitori retail che pesano circa per l’80% tra gli azionisti delle aziende cinesi.

L’ironia è che la mossa per indebolire lo yuan è probabilmente positiva per l’economia del Paese. “Il problema è che il mercato azionario cinese è da tempo distaccato dall’economia cinese: il governo ha permesso l’esplosione della bolla con la promessa di uno stimolo fiscale e monetario, ma l’economia reale sta crescendo al ritmo più lento degli ultimi sei anni”, ha concluso la sua analisi Lawler.

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