di Giuseppe G. Colombo
Roma, 23 lug. (LaPresse) – Una ‘no tax area’ fino a 8mila euro, detrazioni fisse, una tassazione massima del 48 per cento. Sono questi alcuni dei criteri che dovrebbero regolamentare le nuove aliquote Irpef a cui sta lavorando il Governo nell’ambito del piano di riduzione delle tasse annunciato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, all’assemblea nazionale del Pd. Il punto di partenza per gli interventi sugli scaglioni Irpef dovrebbe essere la proposta Nens (Nuova economia, nuova società) di Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco: quattro aliquote a partire da un’esenzione totale per i redditi da lavoro dipendenti inferiori agli 8mila euro annui. Il secondo step è fissato a 27,5% (fino a 15mila euro), poi 31,5% per chi percepisce fino a 28mila euro, 42-43% oltre i 28mila euro. Di fatto gli scaglioni sono otto e vanno dallo 0 al 48% in caso di redditosuperiore ai 200mila euro annui. Le detrazioni fisse sono fissate in mille euro per il lavoro dipendente, 200 euro per quello autonomo, 800 per i pensionati.
Lavori in corso al Tesoro, dove le ipotesi in campo vengono vagliate con attenzione. La rimodulazione delle aliquote Irpef ipotizzata dal governo italiano apre a un confronto con le altre realtà, europee e non, su questo tema. Come funziona in Europa e negli Stati Uniti? In Germania l’imposta sui redditi ha un’aliquota d’imposta che va dal 15% al 45%: la ‘no tax’ area ha un limite di reddito fissato a 7.664 euro (15.329 euro per le coppie sposate).
La tassa è versata direttamente dal datore di lavoro all’Agenzia delle entrate. In Spagna dal primo gennaio è entrata in vigore la riforma fiscale che ha rivisto l’impianto dell’imposta sui redditi delle persone fisiche: gli scaglioni contributivi, passati da sette a cinque, prevedono una quota minima impositiva del 20% nel 2015 del 19% nel 2016 su una base imponibile di 12.450 euro, mentre la quota massima passa dal 52% al 47% nel 2015 e al 45% nel 2016. Il meccanismo, tuttavia, prevede che ogni Regione autonoma possa legiferare sul 50% della tassa nazionale: metà dell’importo finisce nelle casse dello Stato, l’altro 50% in quelle regionali. Negli Stati Uniti si paga il 10% di tasse fino all’equivalente di 6.700 euro: superato questo scaglione e fino a 27mila euro la tassazione sale al 15% per poi attestarsi al 25% per i redditi compresi tra i 27mila e i 66mila euro. Oltre questa cifra e fino a 138mila euro si paga il 28% mentre dai 138mila ai 262mila il 33%. L’ultimo scaglione, per chi ha un reddito annuo superiore a 262mila euro, la percentuale della tassazione tocca quota 35 per cento.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata